lunedì 31 dicembre 2007

Dove stiamo aspettando il 2008

In Sardegna! Dal 28 dicembre 2007 al 3 gennaio 2008, con tanto di viaggio in nave, ospiti dell'ospitale Ste (e amici), la cui famiglia possiede una splendida casa in Costa Smeralda...
E' qui che brinderemo al nuovo anno, ottimo luogo per staccare la spina :-)
A presto, e BUON 2008!

martedì 25 dicembre 2007

Buone feste!

Quest'anno, complice un'influenza molesta di Fabio, siamo arrivati all'ultima settimana prima di Natale senza troppo percepire la frenesia fuori casa (tranne qualche rapida incursione di Elly in farmacie e supermecati). I regali li avevamo già comprati, ma in noi si è formata l'idea che la vita regala sempre e comunque occasioni da cogliere. Abbiamo colto l'intimità del momento, e ce la siamo goduta in quel torpore fatto di coperte sul divano, chiaccherate analcoliche e tempo dilatato, scandito di tanto in tanto dal cronometro per misurare la temperatura.

Nel post che segue una riflessione sugli auguri di Natale...

A chi ci legge a chi ci vuole bene auguriamo di trascorrere serenamente questo giorno e tutti quelli a venire.

Ma questo non era un blog sui nostri viaggi?! Dove sono finiti gli itinerari e consigli "zaino in spalla"? Ci sono, e ce ne saranno. Il Capodanno è ancora in via di organizzazione, e credo sveleremo all'ultimo la nostra meta. Ma possiamo anticipare che il regalo natalizio di Fabio, apprezzatissimo, è un viaggio a Porto già prenotato per febbraio!

A presto, e auguri

Sugli auguri di Natale



Lettera di Natale per gli amici che non sono riuscita a salutare di
persona... e anche per gli altri!

Ogni anno che passa diventa sempre più difficile farmi un'idea sul
Natale. Avere un'opinione in proposito presuppone che si possano fare
auguri di "buon Natale" con un messaggio di fondo, ma forse ognuno
leggerà ciò che vuole leggere, un po' come l'oroscopo che lascia
sempre un margine di interpretazione.

Al di là di tutto, però, mi piace pensare che il Natale sia
un'occasione da cogliere. Sarà perché capita alla fine dell'anno, in
tempo di bilanci non solo finanziari. Sarà...

In tal caso questi auguri sono di un "buon bilancio". Che le vostre
calcolatrici vi diano buone notizie, anche malgrado gli annunciati
odiosi rincari sui prezzi che con certezza ormai matematica affollano
ogni anno in questo periodo le pagine dei quotidiani. Ma soprattutto,
che il vostro personale bilancio sia in attivo, con soddisfazioni
superiori alle delusioni, con più sorrisi che lacrime. E che il 2008
inizi con la marcia giusta.

Se poi avanza tempo, magari tra il Panettone e l'amaro, potrebbe
aiutare il pensiero che il Natale c'è soltanto un giorno all'anno,
quindi non bisogna dargli troppo peso. Se il traffico e la ricerca dei
regali sono stressanti, se le cene si affollano in un'agenda da broker
di New York, è il caso di allargare gli orizzonti e tenere a mente un
paio di cose che sono successe negli ultimi tempi nel mondo.

Piccoli grandi passi che sembrano arrivare tardi, ma "meglio che mai",
come la moratoria sulla pena di morte approvata dall'assemblea
generale delle Nazioni Unite o l'intesa raggiunta a Bali sui
cambiamenti climatici e sulle tappe che porteranno a un nuovo vertice
nel 2009, quando si deciderà il da farsi post-protocollo di Kyoto.

Ecco, l'idea è questa. Se vi manca qualche voce al bilancio potete
attingere ai fatti del mondo. Ma senza esagerare, ché le buone notizie
non sono dietro a ogni angolo!

sabato 15 dicembre 2007

Viaggio in Maremma a fine novembre

Difficile tenere un blog con le tappe del viaggio se non si riesce a trovare una connessione a internet nel raggio di chilometri e chilometri, peraltro di curve. E così la fuga in Toscana si è trasformata anche in una fuga dalla realtà virtuale e reale, con (salutari) crisi d’astinenza dalle email.
Non resta che farne un riassunto a cose fatte!

Si parte da Milano domenica pomeriggio, in auto, direzione Roccalbegna: il nome di questo piccolo paese della provincia di Grosseto deriva dal fiume Albegna, che passa proprio sotto il Sasso su cui rimangono resti di una fortificazione…una rocca! Ma perché proprio qui? È presto detto: quando arriviamo ci sono gli zii di Fabio pronti ad accoglierci nella loro rustica casetta: Renato e Patrizia, lui in piena stagione di caccia al cinghiale, lei amante della settimana enigmistica. Come loro sono in trasferta da Sesto Fiorentino la sorella di Patrizia, Costanza, e suo marito Luciano. Inutile dire che senza la loro ospitalità sarebbe stata tutta un’altra musica. Tra una gita e l’altra, quando tornavamo alla base c’erano loro ad aspettarci e allietare le lunghe sere invernali di fronte al caminetto.

Lunedì si salta in macchina verso il mare. Il sole caldo non sembra quello di novembre e ci permette di fare un pic-nic in una cala dell’Argentario, seguito da giro completo della penisola su stradine sterrate a picco sul mare. Da porto Santo Stefano a Porto Ercole, per poi tornare fra le colline. Salutiamo il mare ma solo per poco: abbiamo già tutte le informazioni per il giorno successivo…

Martedì è una giornata ecologica di riconciliazione con la natura. Siamo infatti gli unici visitatori del Parco della Maremma. Armati di biglietto d’ingresso (si acquista all’Ente Parco di Alberese, intero Euro 9 per la zona centrale del Parco) saliamo sulla navetta che ci porta all’imbocco dei sentieri. Optiamo per il numero 4, che attraversa la macchia mediterranea per sbucare alla Cala di Forno: qui la lunga spiaggia, ovviamente deserta, viene addirittura chiusa durante l’estate per il rischio incendi, e ci sentiamo doppiamente fortunati per avere tutto questo spazio a nostra disposizione. Lungo il tragitto avvistiamo diversi animali: caprioli scattanti che brucano l’erba, buoi maremmani sonnolenti, una volpe molto socievole, insetti vari e qualche cinghiale, simbolo del parco. E per aggiungere sensazioni citiamo anche il profumo della pineta, i colori dei corbezzoli e le torri d’avvistamento che spuntano sui promontori. Al tramonto il parco chiude, la navetta ci aspetta per tornare al parcheggio. È una notte di luna piena e c’è una cosa che desideriamo fare da un po’. Sulla strada verso casa, piccola deviazione per le Terme di Saturnia, ovviamente non nel lussuosissimo centro termale, bensì nelle vasche calcaree naturali lì vicino: dopo un bel bagno nell’acqua sulfurea, con idromassaggio naturale, siamo come nuovi.

Mercoledì: oggi si resta nei dintorni. Siamo infatti nell’area dell’Amiata e Luciano ha di che raccontare. Prima le case nel centro storico di Roccalbegna, che qui la gente chiama La Rocca, poi sul monte Labbro, dove facciamo la conoscenza degli asinelli dell’Amiata (razza autoctona con il pelo più scuro su spalle e dorso a formare una croce) e della comunità Giurisdavidica. Del santuario, il cui simbolo è una croce con due “C” speculari ai lati, rimangono alcune rovine e una cappella ancora visitata piena di simboli e scritte. La comunità, che alcuni considerano una setta, era stata costituita alla fine dell’800 dal rivoluzionario Davide Lazzaretti, originario della zona... Ci ripromettiamo di approfondire l’argomento prima di tornare all’auto per la tappa successiva. Ritorna il tema religioso, ma dal cristianesimo si passa al buddismo. Merigar è un posto difficile da trovare anche sulle mappe: qui la comunità buddista Dzogchen ha fondato nel 1981 il proprio centro culturale, con tanto di gompa (tempio) inaugurato nel 1990 alla presenza del Dalai Lama. L’atmosfera è decisamente adatta a concentrarsi. Ci ripromettiamo, ancora una volta, di tenere a mente e approfondire. Si torna a casa, ma prima abbiamo un appuntamento con le “tipicità locali”: la birra di castagne dell’Amiata! Prodotta artigianalmente dal birrificio Birra Amiata, ad Arcidosso, si compra in bottiglia (tra i 6 e i 10 euro circa) in più varietà (speciali, ale, affumicata), la maggior parte delle quali contiene una percentuale di castagne. Vale la pena di entrare, assaggiare, e… fare scorta.

La settimana sta volando, progettiamo di ripartire l’indomani. Giovedì mattina il sole è andato via e tutto sembra volerci convincere che Roma non è poi così lontana. Tre ore dopo, sotto la pioggia torrenziale che sempre accompagna le visite di Elly alla capitale, entriamo nella Città Eterna pronti a sbrigare un po’ di “commissioni” di Fabio, che qui ha vissuto e ha contatti di lavoro da tenere attivi ma soprattutto amici da salutare.

Venerdì: valigie fatte, zii salutati, saluti ricambiati. Manca solo una cosa: il Fiorino! Sì, perché la tradizione di famiglia vuole che nessuno lasci la Rocca senza un’adeguata scorta di pecorino toscano. Appena fuori dall’abitato il caseificio Il Fiorino è un’istituzione delle colline maremmane. Da circa una paio d’anni l’ingresso alla fabbrica è stato sostituito da un negozio di prodotti tipici, molto più “pettinato” rispetto al burbero casaro che vendeva forme e ricotte a due passi dalla produzione. Il pecorino, però, è sempre buonissimo (e il prezzo accessibile, dato il passaggio diretto dal produttore al buongustaio). Siamo soddisfatti e pecorinati. Ora sì che possiamo ripartire, e visto che ci sentiamo viaggiatori ci fermiamo con le quattro frecce per fotografare le ultime colline toscane, e sulla via del ritorno lungo la Cisa ci godiamo anche il panorama dall’autostrada, dove sospettiamo di avere avvistato il borgo di Santo Stefano di Magra, il castello di Tresana e l’Alpe di Succiso (m 2017) più o meno sotto Pontremoli.

Vi abbiamo raccontato abbastanza, ma se avete domande scrivete un commento al post e saremo felici di condividere con voi informazioni e consigli!

Indirizzi utili

Roccalbegna
La Rocca si trova a 45 km dall’uscita di Grosseto Est. A Istia d’Ombrone è meglio seguire per l’Amiata, passando da Arcille, Baccinello e Vallerona. Si può passare anche da Scansano, per la SS 323, ma ci sono più curve e la strada è decisamente più lunga.

Parco Regionale della Maremma
Due i centri visita. Noi siamo partiti da Alberese, tel. 0564.407098. L’altro è più a sud, a Talamone. Fuori stagione è sufficiente acquistare il biglietto e seguire i sentieri; d’estate è obbligatoria la prenotazione della visita guidata.

Saturnia
Le cascate naturali ad accesso libero NON sono segnalate. Lungo la strada per Semproniano lasciate l’hotel Terme di Saturnia sulla destra e dopo qualche centinaio di metri prendete la stradina a destra che termina con una sbarra. Al di là vi aspetta l’acqua calda e sulfurea delle terme.

Chiesa Giurisdavidica
Sul monte Labbro. Vi si trovano alcune informazioni a questo link e su Wikipedia

Merigar (presso Arcidosso)
La comunità buddista Dzogchen di Merigar ha il suo sito internet...

Birra Amiata srl
Via Poderino 1, loc. Zancona, Arcidosso (GR)
0564.966865

Caseificio Il Fiorino
Località Paiolaio, Roccalbegna (GR)
0564.989059

domenica 11 novembre 2007

Viaggio gastronomico in Toscana: il castagnaccio

Quella che segue è una trascrizione fedele della ricetta degli zii Patrizia e Renato, toscani DOC.





Ingredienti:
Farina di castagne: g300
Pinoli sgusciati: g40
Noci sgusciate e tritate: g40
Zibibbo (o uva sultanina): g70
Ramerino
Sale
Olio d'oliva

Setacciare la farina in una zuppiera grande, diluirla con 500/550cl di acqua fredda e ottenere una pastella abbastanza liquida e senza grumi. Aggiungere 2 cucchiaini d'olio, un pizzico di sale e l'uvetta ammollata. Amalgamare l'impasto e versare in una teglia (la tipica è rettangolare) unta d'olio e capace, ché il castagnaccio risulti alto un dito. Cospargere con i pinoli, le noci e qualche foglia di rosmarino, e arabescarlo con un sottile filo d'olio (circa due cucchiai). Metterla nel forno caldo (190/200°) per trenta minuti. Il castagnaccio sarà comunque cotto quando la superficie sarà bella abbronzata, croccante e screpolata.

venerdì 2 novembre 2007

Attesa

In attesa di un nuovo viaggio, è così che non riesco a non definirmi adesso. Con la voglia di rifare lo zaino, di svegliarmi la mattina e dedicare i primi secondi a ricordarmi dove sono, con poche cose essenziali scelte tra un mondo di cose inutili, con una mappa in una mano e una spinta istintiva nell'altra.
Ma non è un'attesa obbligata, almeno non più di tanto. Più che altro è un'attesa desiderata, perché amo partire quando proprio a stare in casa non riesco più. Con un'urgenza tanto impellente quanto inevitabile.
E nel frattempo l'attesa diventa occasione per vivere la casa con passione, soprattutto se per casa non si intende soltanto il calore di un monolocale iperaccogliente, gravido di entusiasmo, da vivere perdipiù in coppia. Il suddetto monolocale sta, infatti, a Milano, città che ha ancora molte (e azzarderei sempre) occasioni da offrire.
Quale sarà la prossima meta? Nell'aria la Maremma toscana, complice una coppia di zii non soltanto adorabili, ma anche proprietari di una casa stupenda. O una di quelle capitali che fanno capolino nell'Europa allargata, come il trio baltico Riga-Vilnius-Tallinn. E sono solo le prime due idee che aleggiano, in una lista pressoché infinita capace di affiancare contro ogni criterio geografico il Cile e la Mongolia, l'India e il Sahara.
Uno sguardo d'intesa al planisfero che ammicca sulla parete: buonanotte, splendida metafora di possibilità infinite!

Elly

|+| Nuovo album su Picasa...|+|

Il ricordo fotografico dell’ultimo pranzo di Pasqua. Che c'entra con il viaggio?! C'entra, c'entra... le ricette che abbiamo preparato fanno il giro del mondo: Marocco, Sardegna, Belgio, India e Messico. L’ispirazione è tratta dal libro Il giro del mondo in 80 spuntini (Touring – Il Viaggiatore)

giovedì 1 novembre 2007

|+| Idea week end. Noi ci andiamo...|+|

Per caso vi serve un pezzo di ricambio fuori produzione? Il 17 e 18 novembre 2007 c'è una fiera che fa per voi. E anche se non avete un bel mezzo d’epoca parcheggiato in garage, perché non fare un viaggio nella storia segnata da quattro e due ruote leggendarie?
Mostra Scambio. Auto, moto, ciclo d'epoca.
Parco Esposizioni Novegro, Segrate

domenica 28 ottobre 2007

Giulivi per le olive

Che allegria raccoglier olive pei verdi prati!
Con strani attrezzi dagli svariati utilizzi a darci una mano:
la motocarriola, braccia forti e cuore di metallo;
lo scotitore che vibrando ci tempesta di piccole olive;
la famiglia dei rastrellini, suoi fidi aiutanti;
e le reti che raccolgono il frutto dell'albero, nonché del lavoro di una dura giornata.

(Riva di Solto - Fabio)

venerdì 12 ottobre 2007

Ricordando Tina



Addio Tina,

quando domani tornerò a casa tu non ci sarai.

Intendevo dire la casa dove siamo cresciute, o forse dovrei dire semplicemente la tua casa. Sì, perché lì sono cambiate tante cose ma ogni volta che tornavo tu c'eri sempre, fin dalle vacanze della quinta liceo quando ti avevano trovata in giardino e io, felicissima della notizia, al telefono da Amsterdam gridavo Non fatela andar via!, e i miei che rispondevano Figurati se va via, ché qui si mangia bene. Ti ho comprato una costosissima ciotola di acciaio inox in un negozio di design (in Italia è arrivata anni dopo!) e te l'ho portata. Tu eri piccolissima, ti addormentavi tra le nostre braccia come una bimba e miagolavi con una vocina che è rimasta quella di sempre. Avevi la passione dei croccantini, ma ti piacevano soprattutto le zucchine ripiene, perché è con quelle che mio padre è riuscito ad avvicinarti la prima volta, quando eri ancora diffidente.

Ti abbiamo fotografata dappertutto, in ogni angolo della casa, sempre con quello sguardo verde intenso, da diva. Ti mettevi in posa per le foto: ti piaceva riuscire bene, essere all'altezza della situazione. Ne ho così tante di tue foto, che non so neppure quali scegliere per l'album. Quella che mi ricordo di più, che proprio non dimentico, è quella sulla coperta rossa. Te la ricordi? In quella foto, anche se non si vedono, ci sono anche Cesare e Cleo. Eri così bella con quel pancione, con quell'atteggiamento da mamma improvvisamente diventata responsabile, adulta, anche se avevi ancora voglia di giocare. Io e Ambra volevamo che tu provassi cosa significa essere madre, prima che si mettesse in atto l'apparentemente inevitabile sterilizzazione che poi nel tempo, diciamolo, aveva messo alla prova la tua linea da pantera. E pensare che quel fascino longilineo aveva provocato un bel movimento in giardino, con gli aspiranti padri che sembravano in fila per un casting a Cinecittà. Alla fine hai scelto, e i tuoi due enormi gattoni sono ancora qui. Cercheremo di consolarli quando non avranno più la tua ciotola per fare il bis di bocconcini. Ci hai lasciato una prole simpatica, che ci ha fatto ridere in un sacco di occasioni. Come quell'estate che io e Ambra avevamo sbagliato qualcosa con le dosi delle scatolette di cibo e gli era venuta la diarrea e inseguendosi in giardino si erano riempiti a vicenda di spruzzi di me... ehm bè, dai che ti ricordi...

Andavi d'accordo con tutti, e tutti ti amavamo, anche se sappiamo con chi avevi un rapporto speciale. Quando mio padre era via per qualche giorno ti sedevi davanti all'ingresso e iniziavi a miagolare. Eri proprio nostalgica! Non potevamo neanche macinare il caffè, perché tu correvi in cucina piena di speranza. Tina, spero che alla fine tu l'abbia capito: era la macchinetta a fare quel rumore, non lui!

Ci sono così tante cose che mi vengono in mente pensando a te. Ultimamente non venivo molto a trovarti, ma con te era sempre come se ci fossimo appena viste. Ti prendevo in braccio, ti accarezzavo sopra la coda, e tu stavi lì per un po'. Eri sempre pronta a infilarti nel mio zaino o sulla valigia, e ad acciambellarti sui maglioni di lana che poi mi riportavo a casa pieni del tuo lucidissimo pelo bianco. A volte mi mordicchiavi, appena appena, per attirare l'attenzione, e poi quando ci riuscivi era tutto un leccare, fare le fusa e miagolare.

Spero che tu non abbia sofferto troppo, poche ore fa, quando qualcuno, chissà chi, ti ha investito davanti a casa. Cerco di non pensare alla pozza di sangue sull'asfalto dove ti hanno trovata. Dirti addio è molto difficile. Continuerei a scrivere all'infinito se solo servisse a tenerti in vita.

Ma ora che il tuo corpo è sotto terra, la tua anima la portiamo nel cuore.

Grazie per aver scelto la nostra casa quel pomeriggio d'agosto e grazie per essere sempre rimasta con noi.


Elly


Qualcuna delle tante foto che ti abbiamo scattato si trovano in un web album, cliccando qua sotto su di te:

Ricordando Tina


lunedì 17 settembre 2007

Viaggi e tecnologia: il Touring Club Italiano ci prova con un blog

Vorrei fare finta di niente e chiudere la finestra che ho raggiunto cliccando su un banner nel sito del Touring Club Italiano. Ma perché perdere l'occasione per riflettere su un neonato blog, perdipiù legato al mondo dei viaggi?

>> L'istituzione per eccellenza nella valorizzazione del territorio italiano ha più di cent'anni sulle spalle e sembra che inizi a sentirli. Non le si faccia una colpa se il turismo mondiale è cambiato moltissimo e molto rapidamente. Stare al passo con i tempi richiede un certo sforzo, e questo sforzo l'altisonante TCI sta davvero provando a farlo. L'ultimo tentativo in ordine di tempo è l'apertura di un blog, ma le idee potrebbero essere più chiare.

>> Il problema di fondo del blog TCI è l'identità: si chiama Turista di Parola, e al di là del gioco di parole (appunto) svela la mancata comprensione di cosa un blog sia davvero. Fin dal banner che lo pubblicizza sul sito istituzionale, si autodefinisce BLOG del TCI con tanto di logo, quindi scritto da un'associazione con il suo brand (la sua gerarchia, il suo bilancio e così via). Primo problema: un blog è un diario, è personale, ha un autore che, tra un impegno e l'altro, quando può e ha qualcosa da dire, pubblica un post. Scrive, insomma, in un breve articolo le proprie riflessioni e le mette a disposizione della comunità virtuale. Di chi è questo blog?

>> Si potrà obiettare che il TCI è un'associazione, e che magari negli uffici di Corso Italia, a Milano, l'idea stessa del blog sia nata per dare uno spazio comune allo scambio di idee, a un “coro di voci” paritario. Bene, allora, anzi benissimo, se è così.

>> Ma allora per quale motivo l'intestazione in home page riporta, accanto al logo, un primo piano di Guido Venturini? Perché il suddetto protagonista, nientemeno che il Direttore Generale del Touring, non si presenta e non saluta in nessuna sezione del blog, ma parla in prima persona? È lui il fantomatico “turista di parola”? E soprattutto, a chi sta parlando? E perché sta parlando?

>> Non ci sarebbe niente di male se questo fosse il suo blog. Ci sarebbe più sincerità, più trasparenza. Sarebbe uno spazio autorevole in cui dialogare. Altrimenti, la sensazione è che si sia cercato di dare veste nuova a una concezione vecchia di messaggio unilaterale, che non cerca il confronto. In questo caso, meglio sarebbe pubblicare testi istituzionali sulle pagine del sito istituzionale. Il TCI ha bisogno di nuova linfa, di guardare fuori, non di autoreferenzialità.

>> Se vuole essere credibile e, cosa da non sottovalutare, essere letto (il numero di commenti è a zero dopo i primi dieci giorni dal primo post pubblicato) l'autore (o gli autori?) dovrà fare chiarezza e considerare il blog per quello che è: un'estensione virtuale per dialogare in modo trasparente con persone reali. La tecnologia, da sola, è soltanto un abito e nulla può fare, ma forse questo in Corso Italia lo sanno già: d'altronde proprio sul blog (nel post dell'11 settembre) leggo “fidiamoci di noi stessi, dell’istinto e non affidiamoci ciecamente alla tecnologia, spesso costruita e influenzata da fini commerciali”.

Elly

Per farsi un'idea: www.turistadiparola.it

venerdì 31 agosto 2007

Croazia - Dall'alto del faro

Voglia di stare soli in un faro, a picco sul mare? Potrebbe sembrare il risultato di un’eccessiva “esposizione” al romanzo di Moccia “Scusa ma ti chiamo amore”, e invece…

Invece noi, senza essere mai stati lettori di Moccia, l’abbiamo fatto per il capodanno 2007: sono passati mesi, ma questo viaggio inusuale merita di essere raccontato ancora con la stessa intensità. Il “nostro” faro si trova in Croazia, nell’arcipelago Dalmata al largo di Spalato, ed è uno tra i luoghi più romantici che abbiamo avuto la fortuna di abitare insieme. Per rendere l’idea, allo scoccare della mezzanotte abbiamo brindato da soli in totale silenzio. Nel cielo niente fuochi d’artificio, ma una luna enorme che si specchiava nel mare.

Come spesso accade, l’idea ci era venuta all’ultimo minuto. La risposta alla mail mandata alla Plovput, l’ente croato che gestisce l’ospitalità nei fari, è arrivata mentre stavamo già terminando la nostra prima tappa nella bellissima Trieste. L’appartamento nel faro era nostro! Così quello che doveva essere un itinerario improvvisato giorno per giorno, si è rapidamente trasformato in una tirata per attraversare in lunghezza il Paese e raggiungere direttamente Spalato. Da lì sarebbe partita la nave che, dopo aver fatto scalo più volte, lasciando la maggior parte dei passeggeri su altre isole, si sarebbe spinta fino a Lastovo (il nome italiano è Lagosta, con l’accento sulla prima “a”).

Se durante l’estate il turismo di massa trasforma le regioni croate (soprattutto la costa) in un lungo serpentone di auto in coda, fuori stagione alcune località sembrano disabitate. Non c’è quasi niente da fare, ma d’altronde se vuoi stare in un faro non stai cercando nuove compagnie.

In realtà non eravamo esattamente soli. Il guardiano del faro c’è, e vive lì accanto con la sua famiglia. Neanche per lui, la moglie, i due figli e il cane c’è molto da fare, se non un po’ di manutenzione. Forse è per questo motivo che il loro albero di Natale è così pieno di addobbi, disposti con cura certosina. Ci piace pensare che quest’uomo burbero all’apparenza (rigorosamente in jeans t-shirt bianca e infradito malgrado il vento invernale fortissimo e gelato) sia in realtà poco comunicativo per timidezza e per scarsa conoscenza dell’inglese. Forti di questa convinzione gli regaleremo anche una fetta di pandoro prima di ripartire, e il suo sguardo incredulo ci confermerà la sua vera natura.

Per arrivare al faro una strada stretta e perlopiù sterrata sale ripida a 90 metri sul mare. Da qui, nell’estremità meridionale dell’isola, lo sguardo abbraccia Skrivena Luka, la baia nascosta protetta dai venti. In cima alla collina il cilindro di pietra del faro la domina da più di cent’anni. Eppure almeno una volta, in passato, la tranquillità si è spezzata. Impossibile?! Scuro in viso e per niente rallegrato dal ricordo, il guardiano liquida così il racconto di quando è venuto Bono degli U2: “Televisioni e giornalisti sono arrivati fin qui per lui. Che confusione!”

Croazia - Dormire in un faro

Per prenotare l’affitto di un appartamento in un faro della Croazia bisogna contattare la Plovput (tel 00385 21 390609). Il costo a settimana degli appartamenti varia in base al numero di posti letto e alla stagione, da 300 a 950 €.
In bassa stagione si può concordare un soggiorno più breve.

Da sapere. Essere ospiti in un faro significa anche seguire un paio di semplici regole. Dopo il tramonto, se si accendono luci in casa, le persiane alle finestre devono essere chiuse per non interferire con i segnali luminosi per la navigazione. Un’attenzione particolare va poi riservata ai consumi di acqua ed energia, risorse preziose da non sprecare soprattutto nelle zone isolate. A richiesta è possibile salire in cima al faro. Unica raccomandazione del guardiano: non toccare niente!

Come arrivare. Dal porto di Spalato, un traghetto al giorno (5 ore di viaggio) e un catamarano (4 ore) in alta stagione della compagnia Jadrolinja. Costi per tratta: circa 7 € a persona in traghetto, da 50 € per il trasporto dell’auto; 27 € a persona in catamarano (solo alta stagione).

Croazia - Fuori dal mondo

Se provate a dimenticare il centro abitato principale, un paese nascosto in una valle al centro di Lastovo, un soggiorno su quest'isola si avvicina molto alle vacanze in stile Cast Away all’insegna del silenzio e della natura selvaggia. Ma qui non troverete il faro più isolato della Croazia. Quanto a condizioni estreme lo batte, a 26 chilometri da qui, la sottile striscia di roccia a picco sul mare su cui svettano il faro di Palagruža e… nient’altro!

giovedì 9 agosto 2007

Marocco - Guide, carte, libri

Inutile dirlo: per preparare bene un viaggio bisogna studiare prima di partire. L’abbiamo imparato, ormai. Non si tratta di organizzare con maniacale precisione le tappe dell’itinerario, come prenotare gli alberghi e gli spostamenti (giammai!),ma di avere conoscenze generali che spieghino il contesto e la cultura (vale anche per le regioni e le città italiane, non solo per “posti esotici”), e pochi ma utili strumenti nello zaino che non ti lascino solo al momento del bisogno. Non vi toglieremo il piacere di partire in spedizione nelle librerie a cercare i vostri “strumenti giusti”, ma in questo elenco vi segnaliamo la nostra scelta.

LA GUIDA: Routard Marocco (17 €). L’edizione originale francese viene aggiornata tutti gli anni, quella in italiano (Touring Editore) è del 2004. Pur non essendo aggiornatissima fa egregiamente il suo lavoro, sia nelle info generali, sia in quelle pratiche. Se si esclude una generale tendenza a distruggersi sulle lunghe distanze, noi, le Routard, le amiamo. Questione di gusti…

CARTOGRAFIA: Rough Guide Morocco 1:1.000.000 (9,60 €). Dopo un’attenta analisi questa carta, indispensabile per orientarsi giorno dopo giorno senza andare alla cieca, si è rivelata la migliore: aggiornata, plastificata, leggera, maneggevole e piena di informazioni.

ATTUALITÀ E CULTURA: Karawan. Dal deserto al web (12 €). Questa è stata la parte più difficile della ricerca. Volevamo qualcosa che ci facesse entrare un po’ nella mentalità delle persone e nella storia recente del Paese, per poter approfondire partendo da una minima base di conoscenze. Ha vinto il libro della sociologa marocchina Fatema Mernissi, Les Sindbads marocains, edito in Italia da Giunti (2004). Questo viaggio per “cosmocivici” spoglia il Marocco dai luoghi comuni degli occidentali raccontando le piccole rivoluzioni nella società di oggi, come il ruolo della donna, dell’arte e della modernità, che non escludono il ripetto della cultura tradizionale. Piuttosto la valorizzano.

Marocco - Zagora - Carovana nel deserto

Se arrivi a Zagora è perché vuoi andare nel deserto, e in effetti non hai bisogno di prenotare nulla: appena scendi dal pullman o dal taxi collettivo le persone accorrono per portarti in agenzia a “vedere le foto dei loro itinerari”. Come scegliere? Un ragazzo sceso con noi dall’autobus aveva indagato e prenotato in anticipo una gita in dromedario, con visita alle dune: dromedari, guide, cena, bivacco e colazione da nababbi ci sono costati 350 dirham a testa, poco meno di 35 euro (naturalmente da contrattare!). Dobbiamo ammettere che non abbiamo “testato” altri indirizzi, quindi non abbiamo termini di paragone. Ma ci siamo trovati così bene con Youssef, Brahim, Omar e gli altri ragazzi della Caravane Cimes et Dunes che ci teniamo a farvi avere il loro indirizzo. Se li contattate prima di arrivare a Zagora (la maggior parte delle guide parla francese, ma Youssef se la cava egregiamente anche con l’italiano), verranno a prendervi al vostro arrivo. Da quel momento, come nella migliore tradizione locale, partiranno fiumi di tè alla menta e qualunque vostra esigenza verrà esaudita. È anche grazie a loro se la nostra prima esperienza nel deserto è stata così speciale. Per completezza, vi informiamo che l’agenzia non organizza soltanto brevi gite in bivacco a dorso di dromedario, come abbiamo fatto noi, ma anche traversate di più giorni nel grande sud sia in 4x4 sia in dromedario. L'agenzia Caravane Cimes et Dunes ha anche un sito web, elementare ma completo, dove trovate i contatti, alcune foto e qualche informazione in più.

Marocco – In viaggio - L’itinerario

Ecco le località del nostro viaggio in Marocco (dal 2 al 26 giugno 2007), oltre alle foto della mappa che abbiamo (o meglio che ci ha) portato. Al ritorno ci siamo armati di evidenziatori e abbiamo segnato il percorso fatto. Ogni colore corrisponde a un mezzo di trasporto: autobus blu, treni rosa, auto a noleggio giallo, taxi collettivi verde.

In altri post cercheremo di descrivere più in dettaglio ogni tappa, e soprattutto come ci siamo arrivati. Vale la pena ricordare che non avevamo organizzato praticamente nulla prima della partenza: l’idea di massima si è concretizzata strada facendo, in base ai mezzi disponibili, alle persone incontrate, alla nostra voglia di restare o ripartire. Non speravamo di conoscere “tutto” il Marocco, e infatti non ci siamo neanche vicini. Ma dalle montagne del Rif a quelle dell’Atlante, dal deserto all’oceano, passando per le città imperiali e i villaggi berberi, ci siamo fatti un’idea della complessità di questo Paese straordinario. Di aneddoti ce ne sono, e se siamo abbastanza bravi riusciremo a estrarne qualche consiglio utile per vivere al meglio un’esperienza come questa. Per noi è stata più che positiva, ma non si tratta solo di fortuna!



Granada > Almerìa > Nador > Fes > In treno verso Marrakech




Fes > Marrakech > (andata)


Marrakech < Rabat < Salè < Marrakech (ritorno)




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mercoledì 8 agosto 2007

Spagna - Granada - Ostello

Posada José Bocanegra, Cuesta Escoriaza 10. Prenotato da www.hostelworld.com. Non è l’indirizzo migliore della città, ma se non si prenota con un po' di anticipo... Cameretta “corridoio” in stile monacale, con letto a castello e pulizia sommaria. Si salvano il balconcino in camera, la cucina con l’occorrente per prepararsi la colazione e un pc a disposizione per internet. Toilette dignitose, ma si può fare di più. Accoglienza freddina. Prezzo a notte per camera doppia con bagno in comune: 30€

sabato 4 agosto 2007

Alta stagione

E' iniziato agosto, e mentre la stampa italiana si concentra su ombrelloni trendy, rincaro dei coni gelato e "nasi all'insù", noi, che abbiamo evitato di proposito "l'esodo di agosto" andando in Marocco a giugno, possiamo concentrarci anche sulle cose lasciate a decantare (come il vino buono, che se si aspetta poi viene meglio). Ad esempio? L'aggiunta di approfondimenti al blog, naturalmente, e magari la creazione dei web album di foto...
Non siamo esattamente in viaggio, ma qualche passeggiata in montagna non ce la toglie nessuno... come dimostra la foto scattata in un bosco lungo il sentiero CAI 551 (verso il rifugio Mag
nolini, nella bergamasca).
A presto!

lunedì 25 giugno 2007

Marocco - In viaggio - News da Rabat (e fine del viaggio)



Mi sembra che non si riesca a "conoscere" il Marocco. Non si fa che passare da un riad (casa) a un altro, da un cerchio di intimità a un altro, spesso ancora più segreto. Non è infatti un paese che si possa afferrare con un gesto unico, è necessario ogni volta avvicinarsi e superare un nuovo muro dietro al quale se ne troverà sempre un altro. [...] Non si impara a conoscere il Marocco, si può solo essere iniziati gradualmente.

Alla fine questa frase di Michel Van der Yeught (letta sulla fidata guida Routard) rappresenta bene la nostra esperienza in Marocco, ormai sulla linea d'arrivo. In questa "iniziazione" qualche muretto, forse, l'abbiamo superato. Cose piccole e pratiche, come:
- stiparsi come sardine in un taxi collettivo dividendo la spesa del viaggio con improvvisati compagni (il record l'abbiamo toccato in 9 a bordo di una vecchia Peugeot familiare, più una decima persona sul tetto);

- dormire sul tetto di un hotel, in assoluto la soluzione più economica (2 euro a notte), con il lusso di un autentico cielo d'Africa a sostituire un soffitto scrostato;

- fare affari alla maniera berbera, utilizzando penne e medicinali come merce di scambio alternativa al denaro.

Ma la cosa più difficile è stata capire di volta in volta se le persone che incontravamo fossero sinceramente interessate a conoscerci o avessero secondi fini. Forse perché qui il confine tra amico e cliente è sottile, o forse non esiste affatto. In un luogo dove tutto è commercio le esperienze umane più significative le abbiamo fatte dopo uno scambio. Al contrario che da noi, dove il momento dell'acquisto é una conclusione, qui è solo il terreno su cui far nascere fiducia e dialogo.

Questo mese è stato come attraversare un grande suk, trasportati dall'incessante trambusto della folla. Le emozioni e le immagini che ci stiamo portando a casa sono come le tante spezie che affollano le bancarelle: piccanti, delicate, amare, dolci.

Alla prossima, inshallah

domenica 17 giugno 2007

Marocco - In viaggio - News da Essaouira


Questo viaggio in Marocco è anche un po' un viaggio nel mondo. Qui i viaggiatori non sono poi molti, e quelli che ci sono si riconoscono all'istante... A volte solidarizzano, per vivere insieme qualche tappa della propria avventura. Ci capita di condividere tratti del nostro percorso (che sia un'ora, un giorno o più) con viaggiatori dei cinque continenti: qui i sentieri si uniscono e si separano con la semplicità dell'Africa. Qui la vita accade e fare programmi troppo dettagliati serve a poco. È più facile farsi trasportare dalle cose.

L'unione con tre viaggiatori solitari (l'americano David e le giapponesi Giunko e Kaori) è scattata immediatamente quando, arrivati a Zagora dopo un'intera notte in pullman (impossibile dormire sui tortuosi passi dell'Atlante), siamo stati quasi travolti da una valanga di personaggi che volevano propinarci un viaggio nel deserto con la loro agenzia...Niente da fare: la nostra carovana si era già formata. Quella notte tra le dune, accanto a sonnecchiosi dromedari, sotto il cielo più stellato che avessimo mai visto, culture e persone così distanti hanno trasformato la solitudine del deserto in una straordinaria intimità.

Adesso l'oceano. Essaouira in questi giorni ribolle come un pentolone. Dopodomani inizia il festival della musica gnaoua e la follia è assicurata... Noi ci siamo: vi sapremo dire.

Besslama

domenica 10 giugno 2007

Marocco - In viaggio - News da Marrakech


Visitando il Marocco si ha la tentazione di dire "sembra di essere rimasti a cent'anni fa". Niente di più falso! Tra i carretti dei venditori ambulanti e i suk di Marrakech fioriscono le insegne degli internet point (non soltanto nelle zone frequentate dagli occidentali, ma anche nei vicoli più remoti della medina). E nei villaggi berberi delle montagne dell'Alto Atlante le case di fango non avranno molti comfort, ma sui tetti svettano immancabili le antenne paraboliche. È come se la povertà diffusa avesse costretto i Marocchini a scegliere tra tecnologie utili e futili. E tra quelle utili vince il desiderio di comunicare. Ecco allora che sui sentieri, lungo montagne oltre i 4000 metri, non c'è tecnologia che superi in efficienza il dorso di un mulo, e le acque dei torrenti possono ancora sostituire le lavatrici. Ma anche l'ultimo dei pastori avrà in tasca un telefono cellulare. Ebbene sì, anche in Marocco siamo nel ventunesimo secolo, anche senza spremiagrumi, pastamatic, minipimer, ascensori, cancelli automatici, ipod, tv al plasma, auricolari bluetooth, etc...
Stasera si volta pagina: destinazione Zagora, alle porte del deserto.


PS: Grazie per essere virtualmente con noi!

martedì 5 giugno 2007

Marocco - In viaggio - News da Fes


Dopo averne tanto parlato siamo finalmente in Marocco. I primi due giorni sembrano almeno due settimane, per la quantità e intensità delle esperienze che si susseguono senza sosta. Abbiamo già incontrato due anime del Marocco. Quella riservata, quotidiana, ma gentile all'occorrenza di Nador (in questa città portuale di occidentali non devono vedersene molti...un ragazzino mi ha fatto una foto col suo cellulare, fiero dell'esotismo che rappresento!). L'altra è quella turistica di Fes, dove sei oggetto di attenzioni fin troppo insistenti da parte di chi si dà da fare in ogni modo per scucirti qualche dirham (e a volte ci riescono...) Ma più che i luoghi, sono stati i primi due viaggi a rivelarci il Marocco fuori dalle riviste patinate. Durante la traversata notturna in nave dalla spagnola Almerìa a Nador ci sentivamo ospiti (ruoli invertiti...), uniche due pecore nere (o meglio, bianche) tra tanti marocchini che se ne tornavano a casa. E per restare in tema di pecore, che dire di quella che abbiamo trovato addormentata tra i bagagli al termine del viaggio in autobus da Nador a Fes... La polizia ha fermato l'autobus almeno 12 volte lungo le strade tortuose e semidesertiche del Rif...e senza mai trovare la merce di contrabbando che avevamo visto nascondere ad arte (nel motore e sotto la montagna di bagagli dei passeggeri) alla partenza.

Ecco, questi sono alcuni frammenti di viaggio che volevamo condividere con voi. Al prossimo internet point ci rileggiamo.Vi portiamo… nello zaino.