sabato 15 dicembre 2007

Viaggio in Maremma a fine novembre

Difficile tenere un blog con le tappe del viaggio se non si riesce a trovare una connessione a internet nel raggio di chilometri e chilometri, peraltro di curve. E così la fuga in Toscana si è trasformata anche in una fuga dalla realtà virtuale e reale, con (salutari) crisi d’astinenza dalle email.
Non resta che farne un riassunto a cose fatte!

Si parte da Milano domenica pomeriggio, in auto, direzione Roccalbegna: il nome di questo piccolo paese della provincia di Grosseto deriva dal fiume Albegna, che passa proprio sotto il Sasso su cui rimangono resti di una fortificazione…una rocca! Ma perché proprio qui? È presto detto: quando arriviamo ci sono gli zii di Fabio pronti ad accoglierci nella loro rustica casetta: Renato e Patrizia, lui in piena stagione di caccia al cinghiale, lei amante della settimana enigmistica. Come loro sono in trasferta da Sesto Fiorentino la sorella di Patrizia, Costanza, e suo marito Luciano. Inutile dire che senza la loro ospitalità sarebbe stata tutta un’altra musica. Tra una gita e l’altra, quando tornavamo alla base c’erano loro ad aspettarci e allietare le lunghe sere invernali di fronte al caminetto.

Lunedì si salta in macchina verso il mare. Il sole caldo non sembra quello di novembre e ci permette di fare un pic-nic in una cala dell’Argentario, seguito da giro completo della penisola su stradine sterrate a picco sul mare. Da porto Santo Stefano a Porto Ercole, per poi tornare fra le colline. Salutiamo il mare ma solo per poco: abbiamo già tutte le informazioni per il giorno successivo…

Martedì è una giornata ecologica di riconciliazione con la natura. Siamo infatti gli unici visitatori del Parco della Maremma. Armati di biglietto d’ingresso (si acquista all’Ente Parco di Alberese, intero Euro 9 per la zona centrale del Parco) saliamo sulla navetta che ci porta all’imbocco dei sentieri. Optiamo per il numero 4, che attraversa la macchia mediterranea per sbucare alla Cala di Forno: qui la lunga spiaggia, ovviamente deserta, viene addirittura chiusa durante l’estate per il rischio incendi, e ci sentiamo doppiamente fortunati per avere tutto questo spazio a nostra disposizione. Lungo il tragitto avvistiamo diversi animali: caprioli scattanti che brucano l’erba, buoi maremmani sonnolenti, una volpe molto socievole, insetti vari e qualche cinghiale, simbolo del parco. E per aggiungere sensazioni citiamo anche il profumo della pineta, i colori dei corbezzoli e le torri d’avvistamento che spuntano sui promontori. Al tramonto il parco chiude, la navetta ci aspetta per tornare al parcheggio. È una notte di luna piena e c’è una cosa che desideriamo fare da un po’. Sulla strada verso casa, piccola deviazione per le Terme di Saturnia, ovviamente non nel lussuosissimo centro termale, bensì nelle vasche calcaree naturali lì vicino: dopo un bel bagno nell’acqua sulfurea, con idromassaggio naturale, siamo come nuovi.

Mercoledì: oggi si resta nei dintorni. Siamo infatti nell’area dell’Amiata e Luciano ha di che raccontare. Prima le case nel centro storico di Roccalbegna, che qui la gente chiama La Rocca, poi sul monte Labbro, dove facciamo la conoscenza degli asinelli dell’Amiata (razza autoctona con il pelo più scuro su spalle e dorso a formare una croce) e della comunità Giurisdavidica. Del santuario, il cui simbolo è una croce con due “C” speculari ai lati, rimangono alcune rovine e una cappella ancora visitata piena di simboli e scritte. La comunità, che alcuni considerano una setta, era stata costituita alla fine dell’800 dal rivoluzionario Davide Lazzaretti, originario della zona... Ci ripromettiamo di approfondire l’argomento prima di tornare all’auto per la tappa successiva. Ritorna il tema religioso, ma dal cristianesimo si passa al buddismo. Merigar è un posto difficile da trovare anche sulle mappe: qui la comunità buddista Dzogchen ha fondato nel 1981 il proprio centro culturale, con tanto di gompa (tempio) inaugurato nel 1990 alla presenza del Dalai Lama. L’atmosfera è decisamente adatta a concentrarsi. Ci ripromettiamo, ancora una volta, di tenere a mente e approfondire. Si torna a casa, ma prima abbiamo un appuntamento con le “tipicità locali”: la birra di castagne dell’Amiata! Prodotta artigianalmente dal birrificio Birra Amiata, ad Arcidosso, si compra in bottiglia (tra i 6 e i 10 euro circa) in più varietà (speciali, ale, affumicata), la maggior parte delle quali contiene una percentuale di castagne. Vale la pena di entrare, assaggiare, e… fare scorta.

La settimana sta volando, progettiamo di ripartire l’indomani. Giovedì mattina il sole è andato via e tutto sembra volerci convincere che Roma non è poi così lontana. Tre ore dopo, sotto la pioggia torrenziale che sempre accompagna le visite di Elly alla capitale, entriamo nella Città Eterna pronti a sbrigare un po’ di “commissioni” di Fabio, che qui ha vissuto e ha contatti di lavoro da tenere attivi ma soprattutto amici da salutare.

Venerdì: valigie fatte, zii salutati, saluti ricambiati. Manca solo una cosa: il Fiorino! Sì, perché la tradizione di famiglia vuole che nessuno lasci la Rocca senza un’adeguata scorta di pecorino toscano. Appena fuori dall’abitato il caseificio Il Fiorino è un’istituzione delle colline maremmane. Da circa una paio d’anni l’ingresso alla fabbrica è stato sostituito da un negozio di prodotti tipici, molto più “pettinato” rispetto al burbero casaro che vendeva forme e ricotte a due passi dalla produzione. Il pecorino, però, è sempre buonissimo (e il prezzo accessibile, dato il passaggio diretto dal produttore al buongustaio). Siamo soddisfatti e pecorinati. Ora sì che possiamo ripartire, e visto che ci sentiamo viaggiatori ci fermiamo con le quattro frecce per fotografare le ultime colline toscane, e sulla via del ritorno lungo la Cisa ci godiamo anche il panorama dall’autostrada, dove sospettiamo di avere avvistato il borgo di Santo Stefano di Magra, il castello di Tresana e l’Alpe di Succiso (m 2017) più o meno sotto Pontremoli.

Vi abbiamo raccontato abbastanza, ma se avete domande scrivete un commento al post e saremo felici di condividere con voi informazioni e consigli!

Indirizzi utili

Roccalbegna
La Rocca si trova a 45 km dall’uscita di Grosseto Est. A Istia d’Ombrone è meglio seguire per l’Amiata, passando da Arcille, Baccinello e Vallerona. Si può passare anche da Scansano, per la SS 323, ma ci sono più curve e la strada è decisamente più lunga.

Parco Regionale della Maremma
Due i centri visita. Noi siamo partiti da Alberese, tel. 0564.407098. L’altro è più a sud, a Talamone. Fuori stagione è sufficiente acquistare il biglietto e seguire i sentieri; d’estate è obbligatoria la prenotazione della visita guidata.

Saturnia
Le cascate naturali ad accesso libero NON sono segnalate. Lungo la strada per Semproniano lasciate l’hotel Terme di Saturnia sulla destra e dopo qualche centinaio di metri prendete la stradina a destra che termina con una sbarra. Al di là vi aspetta l’acqua calda e sulfurea delle terme.

Chiesa Giurisdavidica
Sul monte Labbro. Vi si trovano alcune informazioni a questo link e su Wikipedia

Merigar (presso Arcidosso)
La comunità buddista Dzogchen di Merigar ha il suo sito internet...

Birra Amiata srl
Via Poderino 1, loc. Zancona, Arcidosso (GR)
0564.966865

Caseificio Il Fiorino
Località Paiolaio, Roccalbegna (GR)
0564.989059

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