venerdì 2 novembre 2007

Attesa

In attesa di un nuovo viaggio, è così che non riesco a non definirmi adesso. Con la voglia di rifare lo zaino, di svegliarmi la mattina e dedicare i primi secondi a ricordarmi dove sono, con poche cose essenziali scelte tra un mondo di cose inutili, con una mappa in una mano e una spinta istintiva nell'altra.
Ma non è un'attesa obbligata, almeno non più di tanto. Più che altro è un'attesa desiderata, perché amo partire quando proprio a stare in casa non riesco più. Con un'urgenza tanto impellente quanto inevitabile.
E nel frattempo l'attesa diventa occasione per vivere la casa con passione, soprattutto se per casa non si intende soltanto il calore di un monolocale iperaccogliente, gravido di entusiasmo, da vivere perdipiù in coppia. Il suddetto monolocale sta, infatti, a Milano, città che ha ancora molte (e azzarderei sempre) occasioni da offrire.
Quale sarà la prossima meta? Nell'aria la Maremma toscana, complice una coppia di zii non soltanto adorabili, ma anche proprietari di una casa stupenda. O una di quelle capitali che fanno capolino nell'Europa allargata, come il trio baltico Riga-Vilnius-Tallinn. E sono solo le prime due idee che aleggiano, in una lista pressoché infinita capace di affiancare contro ogni criterio geografico il Cile e la Mongolia, l'India e il Sahara.
Uno sguardo d'intesa al planisfero che ammicca sulla parete: buonanotte, splendida metafora di possibilità infinite!

Elly

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