martedì 20 settembre 2011

Balkan Express: da Milano a Istanbul nei Balcani, con treni, nave e pullman


Un viaggio via terra dall'Italia a Istanbul, fatto nel marzo 2010, con mezzi pubblici di varia natura, attraverso Croazia, Bosnia Herzegovina, Serbia e Bulgaria.

Le tappe:

5 Marzo – Da Milano ad Ancona e partenza per Spalato. Raggiungo Ancona da Milano tramite due treni regionali: Milano-Bologna, partenza ore 11.20 e arrivo ore 14.30: Bologna-Ancona, partenza ore 14:36 e arrivo ore 17:24. Spesa complessiva 24,90€. Ad Ancona incontro Francesco, mio compagno di viaggio, partito invece da Roma. Alle 21:00 la nave Dubrovnik lascia Ancona con noi a bordo, diretta a Spalato. Il viaggio per due persone ci costa 97€ (passaggio ponte, ovviamente).

6 Marzo – Da Spalato a Mostar. Arriviamo a Spalato alle 7 di mattina. Breve giretto in città, dato che l'ho già visitata con Elly in passato (molto graziosa, ma sta perdendo rapidamente la propria autenticità, almeno nel centro storico). Alle 10.55 saliamo su un bus semi-deserto alla volta di Mostar. La stazione dei bus è sul lungomare, poco distante dal punto in cui ci lascia la nave. Il pullman scende lungo la costa, il mare cristallino sempre in basso alla nostra destra. Poi, dopo Ploĉe, svolta verso l'interno e, seguendo la valle della Neretva, ci introduce nel paesaggio brullo tipico della Herzegovina, fatto di colline prive di vegetazione. I fori di proiettile che compaiono sui muri dei palazzi, spesso mezzi crollati, e i minareti che affiancano i campanili sono il segno tangibile che abbiamo cambiato stato. Arriviamo a Mostar nel pomeriggio (arrivo previsto alle 15:00, ma facciamo più di un'ora di ritardo). A Mostar alloggiamo all'Hostel Dino (dal nome del gestore), ottimo per posizione e prezzi (20€ la doppia). 
 
7 Marzo – Da Mostar a Sarajevo. Dopo una mattina di relax, passata a crogiolarsi sotto il sole di Mostar, alle 15 in punto partiamo per Sarajevo (esiste anche un treno, ma è mooolto più lento). Il viaggio dura circa sei ore ma merita: attraversiamo vallate scoscese e lussureggianti, zone montuose e laghi, e approdiamo a Sarajevo in serata, appena in tempo per piazzarci all'Hostel City Centre, che si rivela un troppo affollato per i miei gusti. Per fortuna che ci dirottano in un micro-appartamentino privato alle porte del centro città: prezzo 20.45€.

8 Marzo – Da Sarajevo a Belgrado. Dalla Central Station di Sarajevo parte un solo bus, alle 6 del mattina. Decisamente più numerosi i bus che partono dalla Lukavica Station, molto distante dal centro ma collegata tramite un autobus (informatevi sul posto). Le partenze giornaliere sono: 6:15, 8:00, 9:45, 11:00, 12:30, 15:00, 22:00). Noi optiamo per quello delle 11:00. Il viaggio è lungo (7 ore dichiarate ma ce ne mette almeno un paio in più) ma condito da numerose e gradevoli soste. Dopo pochi chilometri compaiono cartelli in cirillico e capiamo così di essere nella Republika Srpska, la regione bosniaca a maggioranza serba. Poi, ad un tratto, le montagne lasciano spazio a una pianura fertile, enorme, disseminata di vecchi borghi agricoli con casette minuscole, che sembrano uscite direttamente da un libro di fiabe. Siamo entrati in Serbia.

9 Marzo – Belgrado. Giornata ritemprante, dopo il lungo viaggio in pullman da Sarajevo e prima del lunghissimo viaggio in treno per Istanbul. Alloggiamo al Cricket Hostel: camere belle, colorate e pulite, ottimo rapporto qualità-prezzo (12€ a testa per una doppia) e accoglienza assai cordiale. Immancabile rete free wifi.

10 Marzo – Balkan Express. Viaggio lunghissimo, 24 ore no stop, ma esperienza epica che deve essere vissuta (paghiamo 9.776 Dinari per due biglietti, equivalenti a 97 euro – i biglietti si possono fare soltanto allo sportello della stazione di Belgrado). Al confine tra Serbia e Bulgaria assistiamo a scene di puro contrabbando. Prima due tizi che, armati di cacciavite, smontano pannelli del treno per nascondere stecche di sigarette. Poi signore dall'aria materna, salite poco prima della frontiera, con pacchetti di sigarette nascosti ovunque, sotto le ampie gonne o all'interno della terra dei vasi di fiori che portano con sé. Con ampi sorrisi e banconote nascoste tra le pagine dei passaporti riescono a rendere meno severi i controlli dei baffuti agenti di frontiera. Le pagine stracolme di timbri dei loro passaporti ci fanno capire che quel viaggio costituisce la loro quotidianità. All'imbrunire arriviamo a Sofia, dove ci fanno montare su un treno più piccolo (occhio a qualche falsa guida che zelante si offrirà di accompagnarvi al giusto binario). Con 10€ avrete diritto a un letto in una comoda cuccetta a tre posti.

11 Marzo – Arrivo a Istanbul. Nel cuore della notte veniamo svegliati per sbrigare le formalità necessarie per l'ingresso in territorio turco (frontiera di Edirne). Doveste capitarci, non mettetevi in coda con tutti quelli che devono acquistare il visto (noi italiani, a differenza di spagnoli, inglesi e olandesi, non ne abbiamo bisogno) ma andate dritti a farvi timbrare il passaporto allo sportello. C'è anche un piccolo alimentari in cui è possibile comprare acqua e provviste per la notte. La mattina il treno entra a Istanbul costeggiando il Mare di Marmara. Spettacolo che mi perdo, dato che il letto è accogliente e dormo della grossa.

12 Marzo – Istanbul. Due giorni di relax e bighellonate, nel corso quali l'unico mezzo che prendiamo è il battello per raggiungere Uskudar... Alloggiamo al Chillout Hostel. C'ero già stato qualche anno fa, ma mi sa che questa è l'ultima volta che ci vengo dato che Iskitlal Caddesi sta rapidamente e fastidiosamente diventando il cuore della movida di Istanbul.

13 Marzo – Da Istanbul a Roma. Rientro in Italia in aereo con la compagnia lowcost Blu Panorama (il biglietto ci costa circa 50€ a testa). Il bus per l'aeroporto parte da piazza Taksim e ce n'è uno ogni mezz'ora (17 lire turche, un po' caro...).

Consigli random. I viaggi in pullman (Balkan Express escluso) sono tendenzialmente da preferirsi a quelli in treno, decisamente più lenti e poco frequenti. Gli ostelli che abbiamo incontrato nei Balcani ci sono piaciuti parecchio: puliti, economici e dotati di rete wireless. Portarsi un piccolo notebook, un tablet o un qualunque apparecchio dotato di connessione wifi può essere una buona idea...

Questo è quanto. Buon viaggio!

fabio

mercoledì 7 settembre 2011

Da Roma al Salento in Vespa

Il racconto di questo viaggio inizia dalla fine... ma poi le tappe del viaggio in Vespa ve le diciamo (per quelle scendete dritti finché non trovate la prossima foto).

Senza contare brucianti escoriazioni, contusioni e ferite varie, ce la siamo cavata con una microfrattura composta al capitello radiale sinistro per Fabio e un numero imprecisato (ma maggiore di 8) punti di sutura al braccio sinistro per Elly. Più una storia da raccontare.
È la storia di un viaggio in Vespa iniziato a Roma e finito a 20 chilometri da Brindisi, 20 chilometri dal porto che ci avrebbe imbarcati per Corfù. È anche la storia di tre forature consecutive della gomma posteriore: alla prima foratura, fortuita, è seguita la riparazione dal gommista con cambio camera d'aria. La seconda foratura è avvenuta quello stesso giorno, così siamo tornati dallo stesso gommista segnalandogli che qualcosa non aveva funzionato: nuova sostituzione e controlli (almeno apparentemente) accurati della gomma. Dodici ore e pochi chilometri più tardi, diretti al porto, la terza foratura, o meglio un vero scoppio della camera d'aria, ci ha sorpresi a una velocità di 60/70 km all'ora. A quel punto Fabio ha rallentato il più possibile e si è spostato a destra verso una (miracolosa) area di sosta, ma la Vespa senza ruota sbandava e abbiamo avuto tutto il tempo di capire che stavamo per fare un volo sull'asfalto.

Nel seguito di questa parte della storia c'è un susseguirsi di ambulanze, attese infinite al pronto soccorso di Brindisi, diagnosi più o meno approssimative, bruciore... e solidarietà spontanea tra degenti.
C'è un insieme di persone al quale va tutta la nostra gratitudine: da Livio che per primo ci ha sosccorsi e supportati anche con la Vespa, agli amici che ci hanno confortato e ospitato in Puglia fino ai genitori di Fabio con i quali, in una coda di viaggio (che è stata pure divertente) siamo tornati a casa.

Un evento è il risultato di un concatenarsi di altri eventi precedenti. Può essere banale o significativo, ma è tutta questione di atteggiamento. Possiamo non dargli peso, medicarci le ferite e ricominciare come sempre. Oppure cogliere l'occasione per un cambiamento, per vedere la cosa da un punto di vista un po' più universale, insomma. Propendiamo per questa seconda alternativa.

Ma questa è soltanto la fine di un viaggio...
Come promesso non vedevamo l'ora di raccontarvi il viaggio che abbiamo fatto: da Roma al Salento in sella a un PX 125, passando per Abruzzo, Molise e Basilicata in 5 tappe e 800 km circa di strade lente, secondarie, che attraversano paesaggi strepitosi.

Giorno 1: Roma - Parco Nazionale d'Abruzzo, Opi, AQ
Usciti da Roma via Tivoli, l'Abruzzo è vicino! L'Abruzzo è una piacevole scoperta: persone gentilissime, cibo delizioso, tanto verde e tanto spazio. A Pescasseroli seguite la freccia "Yogurteria" e addentratevi nei vicoli del centro storico...lo yogurt di capra da bere al naturale o con miele/marmellata/cereali è da applauso. Ci sono molti campeggi in zona, noi abbiamo scelto il Camping Le Foci a Opi, un bel pratone in pendio ma terrazzato con vista sulla vallata. Se volete vedere gli orsi e una simpatica lontra potete andare a osservare gli ospiti nel centro visita di recupero di Pescasseroli, sede del Parco e di un museo.

Giorno 2: Parco Nazionale d'Abruzzo, Opi, AQ - Molise, Castropignano, CB
Si parte diretti in Molise, e pochi km dopo scatta la sosta on the road per fare il bagno nel lago di Barrea. Anche lì c'è un campeggio che da lontano sembrava rock and roll... Ritemprati dall'acqua fresca proseguiamo verso Campobasso. E' lunga, ci incasiniamo con le uscite della superstrada, alla fine piantiamo la tenda in un'area di sosta normalmente usata per i pic nic...a soli 5 euro. Lì vicino, all'Hotel Roberto, si mangia benissimo e si spende poco! Fossalto è un esempio piacevole della vita che palpita negli infiniti paesini arroccati che ci sono da queste parti: merita una passeggiata tra i vicoli!

Giorno 3: Molise, Castropignano, CB - Laghi di Monticchio, Rionero in Vulture, PZ
Siamo in pieno weekend di Ferragosto, gruppi e famiglie di minimo venti persone e quattro generazioni si avventano sui tavoli da picnic. Alcuni di loro li hanno prenotati la notte precedente e re della cafonaggine da vacanza hanno tenuto la musica a manetta fino all'alba. Dormiamo a tratti, poi smontiamo e ripartiamo verso un ex luogo di villeggiatura lucano, oggi un po' demodé ma pur sempre buono per fare i picnic di Ferragosto: i laghi di Monticchio! C'è chi li conosce per il bellissimo monastero che si affaccia sull'acqua. Qui niente bagno (è paludoso) ma la tenda si mette al Camping Europa, che poi è uno dei pochi se non l'unico nel raggio di decine di chilometri.


Giorno 4: Laghi di Monticchio, Rionero in Vulture, PZ - Matera
Ci stiamo avvicinando alla meta, e in linea d'aria non servirebbe passare da Matera per andare in Salento. Ma noi a Matera ci vogliamo passare, e infatti la città dei Sassi merita la deviazione: patrimonio Unesco, molto ben tenuta... e ci sarebbe da scrivere un post a parte solo per lei e non escludiamo di farlo. Qui  segnaliamo due buoni indirizzi: il Bed and Breakfast Santa Marta, di Maria e Pasquale Lamacchia (comodissimo per visitare il centro storico, camere con bagno privato e aria condizionata, tutto molto moderno e profumato) e il ristorante Il Borghese, che aldilà del nome un po' troppo classe sociale propone ottimi piatti e vini (è anche wine bar) a prezzi accettabili per una serata speciale.

Giorno 5: Matera - Specchiolla di Carovigno, BR
Ed eccoci qui, ritemprati da una buona cena e da un letto comodo dopo giorni di randagismo...pronti ad affrontare l'ultima tappa. Alle nostra spalle, fin dai giorni precedenti, avevamo saggiato il vento e la terra bruciata della Puglia. Bruciata perché qui ai campi danno proprio fuoco...qui la Puglia brucia, e sulla strada finiamo pure dentro a una nuvola di cenere nera. Siamo sempre in zona Ferragosto, e quindi il Salento ribolle di persone, tra chi torna a casa per le ferie e chi, sempre per le ferie, la sua casa la lascia e viene a stare qui. Insomma, c'è chiunque. E ci siamo anche noi. Due notti al Villaggio Camping Pineta al Mare (troppo affollato per i nostri gusti, una tipica meta da villeggiatura stanziale in cui c'è tutto, inclusi ristorante e piscina, e chiaramente la sistemazione costicchia...). Corfù ormai è vicina, tempo un paio di bagni al mare, una mangiata di pesce e i fuochi d'artificio e poi si va in Grecia....

I programmi possono anche starci, ma a volte la vita regala altre occasioni!




lunedì 8 agosto 2011

Nuova veste grafica per il nostro blog

In occasione del picco d'accessi di luglio 2011 abbiamo deciso di dare una rinnovata alla grafica del nostro blog.
Speriamo che vi piaccia... grazie a chi ci segue e a chi condividerà con noi i suoi viaggi.
Elly e Fabio

domenica 7 agosto 2011

Un nuovo viaggio sta per iniziare: seguici su Twitter

Dove stiamo andando? Cosa abbiamo escogitato questa volta, con la solita manciata scarsa di giorni d'anticipo, per questa pausa d'agosto in chiave alternativa?

Da Roma a Venezia in Vespa con un itinerario inedito che attraversa il Parco Nazionale d'Abruzzo, il Molise, la Basilicata, la Puglia, per arrivare a Brindisi, dove una nave ci porterà nell'isola greca di Corfù. Cinque giorni e un bel po' di bagni in mare più tardi un'altra nave impiegherà 25 ore per portarci da Corfù a Venezia.

Ingredienti del viaggio:
- come sempre poco bagaglio selezionato, tenda e sacchi a pelo
- varietà di paesaggi in modalità "L'Italia che non ti aspetti"
- esotismo e vita da spiaggia per ristorarsi dopo i molti km percorsi

Ma non è tutto, quest'anno posteremo messaggi via Twitter in tempo reale: seguiteci cliccando il pulsante in alto a destra!


Visualizzazione ingrandita della mappa

mercoledì 6 aprile 2011

Cappadocia lowcost


Con le sue rocce dalle forme fiabesche e le abitazioni rupestri, la Cappadocia è una delle mete turistiche più note e frequentate della Turchia, anche fuori stagione.

Eccovi qualche consiglio lowcost per visitare l'area. Tenete presente che la località più famosa è Göreme, ma ci sono paesini un po' meno turistici dove si trovano diversi alloggi. Avanos, ad esempio, ci è sembrata una tappa simpatica.

Arrivare e muoversi:
Da Orio al Serio e Fiumicino si può volare per Kayseri con Pegasus Airlines. La compagnia lowcost turca vola tutti i giorni escluso il mercoledì e fa scalo a Istanbul S. Gokcen (www.flypgs.com)

In alternativa la tratta Istanbul-Cappadocia è ben servita da diverse compagnie di pullman. Calcolate circa 12 ore di viaggio e 50 TL (meno di 25 euro) a persona; noi abbiamo viaggiato con "Göreme" (vetture moderne, servizio cortese, snack e bevande calde incluse nel prezzo). I pullman si riempiono in fretta anche fuori stagione, perciò prenotate con un po' di anticipo nelle sedi delle agenzie (spsso hanno uno sportello in città e uno alla otogar, la stazione dei pullman).
Chiaramente il mezzo proprio permette una visita in libertà... Soluzione diffusa per muoversi agilmente e in autononia fra i paesi è noleggiare uno scooter (prezzo contrattabile e non caro). Per la mountain bike invece ci vuole un po' di allenamento dati i numerosi saliscendi. con budget più alti si possono anche fare gite a cavallo e, ancora più alti, in mongolfiera. Molti sentieri collegano tra loro i paesi e attraversano le zone rurali dove svettano le formazioni rocciose... sono una soluzione meno affollata per vedere le rocce e le abitazioni rupestri.

Mangiare:
A Göreme, buon rapporto qualità prezzo all'Orient Restaurant, sulla strada principale non lontano dalla piazza centrale. Menu fisso con tre varianti per ciascuna delle quattro portate: 25TL. Si può anche cenare alla carta.

Dormire:
Sempre a Göreme, un ufficio informazioni nella piazza principale del paese espone sulle pareti le foto di tutti gli esercizi ricettivi; il personale li contatta per verificare la disponibilità. Il budget si alza per chi vuole dormire in strutture ricavate nelle case trogloditiche ristrutturate.
Noi abbiamo dormito all'Emre Cave Pansyon: di fronte alla piazza principale, prezzo molto onesto e accoglienza simpatica, internet wifi a disposizione. Le camere sono umide e la struttura semplice in muratura, ma la terrazza comune regala una bella vista sulle rocce del paese.

Occhio alle folle...
Le chiese rupestri del Göreme Open Air Museum (Unesco) sono senz'altro degne della loro fama, ma il sito è preso d'assalto dai pullman e dai gruppi, cosa che obbliga a una visita faticosa, frettolosa e poco soddisfacente. La guida Routard consiglia di visitarlo la mattina presto, a pranzo o nel tardo pomeriggio, cioè dribblando le gite organizzante.

lunedì 4 aprile 2011

Verso casa


A Gaziantep, in un aeroporto deserto preso in prestito come hotel per evitare la sveglia prima dell’alba, ci tocca mettere la parola fine al viaggio. A chi si chiede che fine avevamo fatto in questi giorni raccontiamo le nostre ultime tappe. Poi sarà davvero tempo di bilanci...

Tra Mardin e Şanli Urfa il paesaggio si fa via via più dolce e accogliente. Complice la primavera, i campi verdi e rigogliosi sfilano a destra e a sinistra durante le quasi tre ore di viaggio di pullman. Il primo impatto con Şanli Urfa non è stato dei più semplici. La domenica è giorno di riposo e quindi nel bazar, regno del commercio e cuore pulsante della città, non accade quasi nulla. Ci si è messa anche la pioggia, che finora ci aveva graziati. Avremmo anche preferito che il pullman non ci scaricasse come un pacco a bordo strada di un anonimo incrocio di periferia anziché alla stazione... ma tant’è. Abbiamo scoperto Şanli Urfa soprattutto stamattina, quando una bella giornata di sole illuminava questa che per i musulmani è meta di pellegrinaggio, città sacra perché si narra che qui passò nientemeno che Abramo in persona. Sacra come le carpe fameliche che affollano la grande vasca nel Giardino del Gölbası e che devono essere rigorosamente nutrite con il mangime fornito dai venditori del posto.
E a proposito di vendite, il bazar si è rivelato perfetto per i nostri acquisti prepartenza e per un’ultima scorpacciata di immagini emblematiche come i gruppi di vecchi, kefiah in testa e tè alla mano, che giocano a domino e a backgammon. Per calarsi completamente nella parte, niente di meglio che un paio di esperienze alaturka per Fabio: farsi fare la barba da un kuaför locale nel bazar (un capellone come ne abbiamo visti pochi in tutto il Paese) e farsi lucidare le scarpe messe alla prova dalla vita on the road di queste ultime tappe. Il loro aspetto polveroso rendeva bene l’idea dell’intensità di questo viaggio, in cui ogni giorno ci ha lasciato qualcosa di significativo.

Oggi, appena scesi dal pullman alla stazione di Gaziantep, un tizio ci è corso incontro al grido di “Halep!? Halep!?”. A sole tre ore da lì ci aspettava Aleppo, ma a malincuore avevamo già deciso giorni fa di rimandare il nostro viaggio in Siria. Gliel’abbiamo spiegato. Le barriere linguistiche finiscono col far trapelare soltanto l’essenziale, che si tratti di un’informazione pratica o di un’emozione. Se ha capito qualcosa, lo ha fatto leggendo nel nostro sorriso che il nostro prossimo viaggio ripartirà da lì.

sabato 2 aprile 2011

Kurdistan


Il nostro viaggio si avvicina alla fine ma forse in questi ultimi giorni stiamo concentrando le esperienze di viaggio piu' piene. L'assenza del turismo di massa rende tutto piu' autentico e la gente piu' genuina. Si respira un'atmosfera di grande serenita' e il passare dei mezzi blindati dell'esercito o la frequenza di basi militari sono l'unica testimonianza delle non risolte tensioni politiche tra il governo e i movimenti separatisti curdi.

Anche il paesaggio e' cambiato. Siamo sempre intorno ai 1000 metri di quota, ma le temperature si sono alzate e l'afa inizia a farsi sentire in questi primi giorni di primavera (un altro dei vantaggi del viaggio fuori stagione). Colline sassose e aride e di tanto in tanto piane che devono il loro verde al sistema di dighe di iniziativa governativa. Come quella sul fiume Tigri, che entro un paio d'anni e' destinata a far scomparire il villaggio di Hasankeyf. Per gli abitanti ci saranno nuove case sulla sponda opposta del fiume, ma sotto l'acqua resteranno le testimonianze di millenni di storia. Osman - il ragazzo che ci fa strada tra le moschee in rovina, i resti romani e le abitazioni trogloditiche - ci fa notare che per allora abiteranno sulla montagna che oggi e' il paesaggio fuori dalle loro finestre e da li' non potranno che osservare l'acqua che copre il loro passato.

Da un villaggio semisperduto a una citta' di un milione di abitanti: Diyarbakır. Ci siamo stati oggi e abbiamo trascorso qualche ora piacevole paseggiando nel bazar, nei vicoli stracolmi di bambini vocianti e soprattutto tra i monumenti dı basalto nero (purtroppo pero' al momento la Ulu Camii - fiore all'occhiello della citta' - e' chiusa per restauro).

In serata siamo rientrati a Mardin, la nostra base per l'esplorazione della regione. Da questo formicaio di case abbarbicate sul costone di una montagna avviene il nostro primo incontro con la Siria. A quella pianura verde, che ammiriamo in lontananza bevendo l'ennesimo te' della giornata dalla terrazza di un bar, non possiamo che promettere che il prima possibile ci riproveremo.

Domani sı parte per Şanli Urfa.

Hoşçakal!

Elly e Fabıo

giovedì 31 marzo 2011

Eski Malatya, la provincia che ti accoglie


Giornata tranquilla, ma non meno ricca di occasioni per stare in mezzo alla gente e scambiarsi grandi sorrisi. Malatya e' una cıtta' d'aspetto moderno, relativamente recente, mentre la sua storia rimane nella parte vecchia, a una decina di chilometri dal centro: Eski Malatya. Ci si arriva con l'autobus che va anche alla sede dell'universita' che, a giudıcare dalla compsizione del bus, sembra frequentata soprattutto da studentesse con e senza velo. Una volta arrivati non c'e' che da godere della tranquillita' (si potrebbe dire 'provınciale') del paese che attorno alla piazza principale fa ruotare bambini che gıocano ın strada, ragazzi in dıvısa che tornano da scuola, vecchi su sgabellı mınuscoli davanti ai caffe'...ınsomma, una gıornata come tante per la gente di qui, resa magari piu interessante per loro prprio dalla nostra ('esotıca'?) presenza. Seguiamo il consiglıo dello zelante addetto al turismo di Malatya ed entriamo in due luoghi pieni di storia: tanto e' speciale la moschea selgiuchide (un'oasi di pace e spiritualita', architettonicamente paragonabile alle chiese romaniche con nessun 'fronzolo' e tanta pıetra) quanto emblematico il caravanserraglio per la massiccia dose di restauro che ha trasformato la fortezza antica in una specie di centro congressi comunale (ingresso con accompagnamento del vigile che per l'occasıone sfoggia una chiave lunga 30 centimetri).

Mentre io tengo traccia del passato appena trascorso, Fabıo fa ricerca sulle nostre prossıme tappe. Tra poche ore ci aspetta un bus notturno per Mardin...ma sulla strada c'e' un'altra cıtta' che ci dıspiacerebbe perdere: Dyarbakir, capitale 'ufficiosa' del Kurdistan, crescıuta su (e fatta di) basalto nero.

Per non parlare dı Hasankeyf, un villaggio destinato a scomparire se (o quando) la diga in costruzione in progetto da sessant'anni sara' inaugurata sul fiume Tigri. Pare che manchi poco. Per saperne di pıu':

2011
http://ilfattostorico.com/2011/01/23/un-piano-per-riaprire-hasankeyf/

2011
http://www.balcanicaucaso.org/Appuntamenti/Viaggi-e-campi-di-lavoro/Nel-Kurdistan-Turco-seguendo-i-Newroz

2006
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Hasankeyf-e-la-diga-sul-Tigri

2009
http://www.ilreporter.com/reportage/turchia-in-riva-al-fiume-tigri

mercoledì 30 marzo 2011

Malatya

Appena arrivati a Malatya, in vıaggıo verso est...in cerca di un'autenticita che si fa trovare fin da subito. Qui dove i turisti sono pochi e quelli europei ancora meno, dove quasi nessuno parla ınglese o francese, niente che non sıa il turco, stiamo usando gesti, sorrisi, note scritte con gli orari dei bus e tanta pazienza... Per certe cose pero' le parole non servono e l'accoglıenza sı traduce nel bıcchıere dı te che un tizio ci ha offerto quasi per caso senza pretendere nulla in cambıo o nell'impegno con cui ci hanno trovato la compagnia di pullman per domani.

Il tutto e' accaduto ın poco tempo, ma la maggıor parte della gıornata se ne e' andata ın pullman: da Goreme con sosta a Kayseri, dalle 9:15 alle 18:30, attraversando un paesaggıo perlopıu' deserto circondati dalle onde dell'altopiano, sassoso o appena adatto a far pascolare greggi spartani.

Domani saremo qui a Malatya e neı dintorni, poı con un bus notturno cı sposteremo ancora a sud-est.... (ci avvıcıneremo alla Siria ma senza entrarci; ne respireremo l'aria, o forse la sabbia). Andremo nientemeno che in Mesopotamia, alle sorgentı del Tigri e dell'Eufrate. Tanto per toccare con mano la storıa aglı albori delle civilta'...

ps. Come avrete notato, per ragioni di interculturalita' e soprattutto di tecnica (internet poınt con tastiera turca)...questo post e' partıcolarmente sgrammaticato!

martedì 29 marzo 2011

Cappadocia


O meglio, come dicono qui... Kapadokya!

Le orde di pullman riversanti tonnellate di francesi, inglesi e (ebbene sì) giapponesi rendono l'idea del fascino di questa regione ma sono anche un buon motivo per evitarla. In bassa stagione le cose vanno un po' meglio, ma oggi abbiamo dovuto comunque sgomitare per addentrarci nelle splendide chiese rupestri affrescate del museo all'aperto di Goreme. La tentazione di scappare in fretta da una meta resa così commerciale dal suo stesso successo è forte. Ma per fortuna c'è un rimedio! Seguire il primo sentiero che ti capita a tiro, e proprio lì dove i pullman non possono arrivare né le bancarelle avrebbero abbastanza clienti... ecco tutta la magia della Cappadocia che si rivela con il suo ardito spettacolo di pietra, un tufo bianco e friabile le cui forme sembrano uscite da un libro di fiabe. Già mille anni fa qui si iniziò a vivere e pregare in ambienti scavati nella roccia, una civiltà rupestre durata fino a pochi decenni fa. Sensazionale. I "camini delle fate" - colonne appuntite e altissime - potrebbero essere scambiati per il parco giochi di Jung e Freud, con il loro netto simbolismo, ma l'ironia è poca cosa di fronte a un dubbio: è impossibile immaginare questo spettacolo senza averlo già visto, ma quando il paesaggio si dispiega davanti agli occhi è così irreale da sembrare il frutto dell'immaginazione. E' così che, in bilico tra realtà e fantasia, ci lasciamo alle spalle la Cappadocia diretti a est, verso nuove mete, questa volta sì, fuori dalle piste battute... dai pullman!

domenica 27 marzo 2011

Istanbul


Difficile dire di Istanbul cose che non sono già state dette, la sua grandezza, il suo essere a cavallo tra Occidennte e Oriente non solo nella geografia ma anche nel miscuglio di atmosfere, nell'energia che emana...in questo momento sembra tutto scontato, ovvio, per quella che è stata una delle città più importanti del mondo. Fabio è qui per la terza volta, io sono una principiante. Abbiamo mediato tra ciò che non potevo perdermi io e ciò che si era perso lui le volte precedenti. Abbiamo camminato tanto, su e giù, raggiunto i mercati e le moschee di Sultanhamet (le basi) e la periferia ovest lungo le mura di Fatih (la chicca di autenticità). Il nostro ostello è a Galata, in un vicolo non lontano dalla torre genovese. Sopra di noi la movida di Iskital e Taksim...ma le abbiamo appena sfiorate venerdì sera all'arrivo dall'aeroporto mentre ieri l'abbiamo lasciata alle spalle.

Oggi visiteremo Uskudar, la zona di Istanbul al di là del Bosforo, quella più propriamente asiatica. Sarà una visita speciale perché lì vive un cugino di mio padre della cui esistenza recproca abbiamo appena saputo. Ci incontreremo e conosceremo questo pezzetto inatteso di famiglia.

Purtroppo dalla Siria le notizie non sono incoraggianti: chi si sta ribellando non accenna a smettere di farsi sentire, le reazioni sono violente in diverse città ormai e la notizia dalle 4 righe di agenzia ha raggiunto anche i media europei (il tempo di trovare un inviato...). Quindi stiamo elaborando un piano B per restare in Turchia. La delusione si sente.

Comunque stasera lasceremo Istanbul. Le suggestioni di questa città incredibile le portiamo con noi, mentre andiamo alla scoperta della Turchia. E' un Paese enorme, e dovremo fare un bel po' di scelte. Nei prossimi giorni vi diremo com'è andata...

mercoledì 23 marzo 2011

A 2 giorni dall'inizio della nostra Asia... venerdì a Istanbul

Ci vuole coraggio nella vita e un senso di sè che non sia quello della carriera e dei soldi. Ma che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è tutto intorno a noi. E' fattibile, per tutti. Fare una vita. Una vera vita in cui ci sei tu. Una vita in cui ti riconosci.
Tiziano Terzani

Tiziano Terzani - Clic! 30 anni d’Asia
Palazzo Incontro
Via dei Prefetti, 22 - Roma
dal 23 marzo al 29 maggio 2011

[Fonte: Corriere.it]