martedì 29 marzo 2011

Cappadocia


O meglio, come dicono qui... Kapadokya!

Le orde di pullman riversanti tonnellate di francesi, inglesi e (ebbene sì) giapponesi rendono l'idea del fascino di questa regione ma sono anche un buon motivo per evitarla. In bassa stagione le cose vanno un po' meglio, ma oggi abbiamo dovuto comunque sgomitare per addentrarci nelle splendide chiese rupestri affrescate del museo all'aperto di Goreme. La tentazione di scappare in fretta da una meta resa così commerciale dal suo stesso successo è forte. Ma per fortuna c'è un rimedio! Seguire il primo sentiero che ti capita a tiro, e proprio lì dove i pullman non possono arrivare né le bancarelle avrebbero abbastanza clienti... ecco tutta la magia della Cappadocia che si rivela con il suo ardito spettacolo di pietra, un tufo bianco e friabile le cui forme sembrano uscite da un libro di fiabe. Già mille anni fa qui si iniziò a vivere e pregare in ambienti scavati nella roccia, una civiltà rupestre durata fino a pochi decenni fa. Sensazionale. I "camini delle fate" - colonne appuntite e altissime - potrebbero essere scambiati per il parco giochi di Jung e Freud, con il loro netto simbolismo, ma l'ironia è poca cosa di fronte a un dubbio: è impossibile immaginare questo spettacolo senza averlo già visto, ma quando il paesaggio si dispiega davanti agli occhi è così irreale da sembrare il frutto dell'immaginazione. E' così che, in bilico tra realtà e fantasia, ci lasciamo alle spalle la Cappadocia diretti a est, verso nuove mete, questa volta sì, fuori dalle piste battute... dai pullman!

1 commento:

ambra ha detto...

a che bello!!!è bellissimo poter commentare il vostro viaggio..ovviamente quando leggo i tuoi testi mi vengono le lacrime...mamma mia che meraviglia, voi, il posto che avete scelto e la vs.maestria nel trovare postazioni internet e trovare tempo ed energie per scrivere...a noi!ora giro la mail a fabio!
a presto miei prodi!
ambra