lunedì 17 settembre 2007

Viaggi e tecnologia: il Touring Club Italiano ci prova con un blog

Vorrei fare finta di niente e chiudere la finestra che ho raggiunto cliccando su un banner nel sito del Touring Club Italiano. Ma perché perdere l'occasione per riflettere su un neonato blog, perdipiù legato al mondo dei viaggi?

>> L'istituzione per eccellenza nella valorizzazione del territorio italiano ha più di cent'anni sulle spalle e sembra che inizi a sentirli. Non le si faccia una colpa se il turismo mondiale è cambiato moltissimo e molto rapidamente. Stare al passo con i tempi richiede un certo sforzo, e questo sforzo l'altisonante TCI sta davvero provando a farlo. L'ultimo tentativo in ordine di tempo è l'apertura di un blog, ma le idee potrebbero essere più chiare.

>> Il problema di fondo del blog TCI è l'identità: si chiama Turista di Parola, e al di là del gioco di parole (appunto) svela la mancata comprensione di cosa un blog sia davvero. Fin dal banner che lo pubblicizza sul sito istituzionale, si autodefinisce BLOG del TCI con tanto di logo, quindi scritto da un'associazione con il suo brand (la sua gerarchia, il suo bilancio e così via). Primo problema: un blog è un diario, è personale, ha un autore che, tra un impegno e l'altro, quando può e ha qualcosa da dire, pubblica un post. Scrive, insomma, in un breve articolo le proprie riflessioni e le mette a disposizione della comunità virtuale. Di chi è questo blog?

>> Si potrà obiettare che il TCI è un'associazione, e che magari negli uffici di Corso Italia, a Milano, l'idea stessa del blog sia nata per dare uno spazio comune allo scambio di idee, a un “coro di voci” paritario. Bene, allora, anzi benissimo, se è così.

>> Ma allora per quale motivo l'intestazione in home page riporta, accanto al logo, un primo piano di Guido Venturini? Perché il suddetto protagonista, nientemeno che il Direttore Generale del Touring, non si presenta e non saluta in nessuna sezione del blog, ma parla in prima persona? È lui il fantomatico “turista di parola”? E soprattutto, a chi sta parlando? E perché sta parlando?

>> Non ci sarebbe niente di male se questo fosse il suo blog. Ci sarebbe più sincerità, più trasparenza. Sarebbe uno spazio autorevole in cui dialogare. Altrimenti, la sensazione è che si sia cercato di dare veste nuova a una concezione vecchia di messaggio unilaterale, che non cerca il confronto. In questo caso, meglio sarebbe pubblicare testi istituzionali sulle pagine del sito istituzionale. Il TCI ha bisogno di nuova linfa, di guardare fuori, non di autoreferenzialità.

>> Se vuole essere credibile e, cosa da non sottovalutare, essere letto (il numero di commenti è a zero dopo i primi dieci giorni dal primo post pubblicato) l'autore (o gli autori?) dovrà fare chiarezza e considerare il blog per quello che è: un'estensione virtuale per dialogare in modo trasparente con persone reali. La tecnologia, da sola, è soltanto un abito e nulla può fare, ma forse questo in Corso Italia lo sanno già: d'altronde proprio sul blog (nel post dell'11 settembre) leggo “fidiamoci di noi stessi, dell’istinto e non affidiamoci ciecamente alla tecnologia, spesso costruita e influenzata da fini commerciali”.

Elly

Per farsi un'idea: www.turistadiparola.it