tag:blogger.com,1999:blog-9195277996007620092024-03-13T19:29:38.660+01:00Elly e Fabio in viaggioConsigli, esperienze, foto e riflessioni a zonzo per il mondo (e per la rete).
E, quando capita, qualche tappa del viaggio della vita.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.comBlogger65125tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-38401522459688669392017-12-11T11:44:00.000+01:002017-12-11T11:48:23.979+01:00Sette cose da fare a Tangeri<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFAr8WIY6BJFUwVLNje4Wu_PLcK2ZIo7Myu4tbw3pdGHWVYqjV0rl09TpjqkkVqPBZR3o52kbmSSntMKymkhmJV0344JqX7BdP-wlWfzEuFcX3eve8EQBlac2_SKZTqvb0kIdSC7UTnLmI/s1600/Tangeri_CourtesyofVisitTanger.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="1040" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFAr8WIY6BJFUwVLNje4Wu_PLcK2ZIo7Myu4tbw3pdGHWVYqjV0rl09TpjqkkVqPBZR3o52kbmSSntMKymkhmJV0344JqX7BdP-wlWfzEuFcX3eve8EQBlac2_SKZTqvb0kIdSC7UTnLmI/s320/Tangeri_CourtesyofVisitTanger.jpg" width="320" /></a></div>
<i>Come visitare Tangeri per godersi il fascino della bianca città marocchina? Noi abbiamo fatto così, in un weekend.</i><br />
<br />
<b>1 Visitare la Medina </b><br />
Come in ogni città araba che si rispetti troverete anche qui la Medina, la città vecchia dentro cui brulica la vita. Perdetevi e ritrovatevi, seguendo l'istinto.<br />
<br />
<b>2 Fare una sosta sulla Terrazza dei pigri</b><br />
Fermatevi a osservare le giovani coppie sposate e i loro figli; sembrano felici e forse tra vent'anni non assomiglieranno ai loro genitori, con gli uomini al bar e le donne nascoste in abiti ultracoprenti. L'abbiamo già detto: i tempi in Marocco stanno cambiando in fretta.<br />
<br />
<b>3 Entrare da Madini</b><br />
Scegliete, e acquistate, il vostro olio essenziale preferito nella profumeria più famosa del mondo arabo.<br />
<br />
<b>4 Infilarsi tra i banchi coloratissimi del mercato alimentare</b><br />
Per un'esperienza che coinvolge tutti i cinque sensi, tra le urla dei pescivendoli e il profumo del mare.<br />
<br />
<b>5 Comprare un cd </b><br />
Anche solo per la bellezza della scritta araba, rigorosamente masterizzato e messo ad alto volume per strada dai venditori. <br />
<br />
<b>6 Passeggiare sulla spiaggia il sabato pomeriggio</b><br />
Provate a vedere se c'è un rettangolo libero da partite di calcio più o meno improvvisate, con le porte segnate da cumuli di zaini e magliette. Se ci riuscite fatemelo sapere...<br />
<br />
<b>7 Fare una gita fuori porta </b><br />
E se vi sentite già un po' abitanti, presi nella spirale del ritmo cittadino, potete concedervi una gita al mare. Dove? Al Cap Spartel, con pranzo a base di pesce. Per due soldi, certo...c'era bisogno di specificarlo?<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7D57aUzI53z7fLLbUs-21mr5nQHotuI3NBWIPAHugNDyEIK5vhtnmoFjV0wJZQQA-Hh-D4jlD-nvqrrJmWa4b-MWiixxdJTaxgcP9UDwP7EAPtW5YHWEdXOHrqH8j8dJXG0Yhjy7DvrfR/s1600/TangeriFamiglia_CourtesyofVisitTanger.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="1040" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7D57aUzI53z7fLLbUs-21mr5nQHotuI3NBWIPAHugNDyEIK5vhtnmoFjV0wJZQQA-Hh-D4jlD-nvqrrJmWa4b-MWiixxdJTaxgcP9UDwP7EAPtW5YHWEdXOHrqH8j8dJXG0Yhjy7DvrfR/s320/TangeriFamiglia_CourtesyofVisitTanger.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Ma non dimenticate la cosa più importante:<b> le persone</b>. Potrebbe sembrarvi che a volte la gente vi parli solo per vendervi qualcosa, e spesso sarà così. Potreste "fiutare la fregatura", ma senza essere ingenui date anche una possibilità a chi incontrate lungo il cammino: una risata vale doppio se fatta con Mohammed che racconta di aver provato a sciare quando faceva il muratore nella bergamasca.<br />
<br />
Per notizie aggiornate su festival ed eventi: <a href="https://www.visittanger.com/en/accueil" target="_blank">Visit Tangier</a> <br />
<br />
Per consigli pratici aggiornati potete leggere anche il post di <a href="https://viaggimarilore.wordpress.com/2016/08/28/tangeri-le-10-cose-da-sapere-prima-di-partire/" target="_blank">Maraina</a>.<br />
<br />
E voi, siete stati a Tangeri? Avete altri suggerimenti?Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Tangeri, Marocco35.7594651 -5.833954299999959435.5533121 -6.15667779999996 35.9656181 -5.511230799999959tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-31026491948427890882013-02-12T14:02:00.000+01:002013-02-12T15:53:54.720+01:00Italo o Frecciarossa?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip1SQmV9OSEDij1LzpIa-I3jk_s_ug3KmvK2GgpRcq6PgRi9k_k4R-6SGtAtK-uepqnY3qKHDm6SZ7aIF494q0IaMwwuhAIZ8WsWGjJLNf230qJQekzGw2DS_EkQ6vh7r85Yb5lELO3mS0/s1600/ItalooFrecciarossa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="106" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEip1SQmV9OSEDij1LzpIa-I3jk_s_ug3KmvK2GgpRcq6PgRi9k_k4R-6SGtAtK-uepqnY3qKHDm6SZ7aIF494q0IaMwwuhAIZ8WsWGjJLNf230qJQekzGw2DS_EkQ6vh7r85Yb5lELO3mS0/s400/ItalooFrecciarossa.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Siamo abili conoscitori dei modi per viaggiare tra Roma e Milano, o più in generale tra centro e nord Italia. Con il progressivo sviluppo dell'alta velocità a discapito di treni "normali" (ormai pochissimi e poco affidabili) la scelta non è più se prendere l'alta velocità o meno ma piuttosto se andare in treno, in aereo (low-cost) o direttamente in auto. Ma quando la scelta ricade sul treno (più comodo, più facile, più "terrestre", più flessibile e addirittura più rapido se pur meno economico di un volo low-cost) allora ecco il dilemma: <b>QUALE ALTA VELOCITA'?</b> <b>FRECCIAROSSA O ITALO?</b><br />
<br />
<b>Ecco i PRO e i CONTRO</b> che ho raccolto negli ultimi mesi di scrupolosa analisi. <b>Il vero ago della bilancia? Il prezzo.</b> Che è da scandagliare ogni volta con ricerche incrociate e una buona dose di flessibilità quanto a date e orari. Per dire...<b> Milano-Roma a tariffa base in smart/seconda costa ad oggi 88 euro su Italo e 86 su Frecciarossa</b>. Ma se avete un minimo di anticipo per prenotare, è da pazzi comprare a prezzo pieno. E' vero, i biglietti in promozione non sono rimborsabili... ma il loro prezzo in promozione può essere davvero vantaggioso. Un esempio? La tariffa più economica (senza lo straccio di un diritto) costa 29 euro su Frecciarossa e 35 su Italo. La differenza è che <b>man mano che si avvicina la data del viaggio è più probabile trovare posti scontati su Italo che non su Frecciarossa</b>, almeno finché non saranno in molti a ricordarsi di valutare entrambi gli operatori.<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">PERCHE' scegliere ITALO:</span></b><br />
- il personale è più gentile, giovane, motivato e formato per essere attento al cliente: con Italo si è verificato il passaggio dal <i>controllore </i>allo <i>stuart</i><br />
- i posti in prima classe (Ambiente Prime, anziché Smart) sono a un prezzo accessibile in promozione e sono una coccola mica male (ti offrono gli stuzzichini di Eataly, le bibite e il caffè, un giornale da leggere su poltrone in pelle supercomode)<br />
- con un euro in più potete guardarvi un film in sala cinema (anche se, va detto, non è una visione comodissima sui televisori appesi in alto lungo il corridoio)<br />
- i bagni sono accoglienti e luminosi (ci passerete comunque un periodo di tempo limitato...); in alcune carrozze c'è anche il fasciatoio per i bebè<br />
- Italo ferma in stazioni alternative: Porta Susa a Torino, Rogoredo e Garibaldi a Milano, Tiburtina e Ostiense a Roma: potrebbe essere comodo se dovete andare proprio da quelle parti o in altre zone collegate facilmente con la Metropolitana o altri treni locali<br />
- tutto è nuovo, luminoso e splendente, almeno per ora<br />
- dà soddisfazione esercitare il proprio diritto di scelta dopo decenni di monopolio (chissà se senza la concorrenza di NTV - Nuovo Trasporto Viaggiatori, Trenitalia avrebbe riportato da 91 a 86 euro il biglietto a prezzo pieno per Roma-Milano?)<br />
- potete essere i primi a raccontare com'è Italo agli amici<br />
- se trovate una promozione più vantaggiosa di Frecciarossa<br />
<br />
<b><i>:-( Non è tutto rose e fiori comunque... </i></b><br />
- l'ambiente Relax è un flop: siamo in Italia, quindi avete ottime probabilità di trovare comunque gente al telefono, bambini vocianti, colleghi "in riunione" davanti al vostro sguardo incredulo<br />
- non c'è il bar per chi viaggia in Smart (alias seconda classe), ma soltanto due macchinette dove con meno di due euro potete accontentarvi soltanto di una bottiglietta d'acqua (tenete da parte gli spicci!)<br />
- alcune stazioni secondarie (come Rogoredo a Milano) in cui ferma Italo sono meno attrezzate ad accogliere i viaggiatori: il bar chiude presto, e anche se c'è Casa Italo l'attesa del treno può essere più scomoda; Torino Porta Susa diventerà bellissima, ma al momento è in costruzione e offre ancora meno.<br />
- i treni non sono molti e gli orari possono non combaciare con le proprie esigenze<br />
<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">PERCHE' scegliere FRECCIAROSSA:</span></b><br />
- più treni e più frequenti, fermano quasi tutti a Termini e Centrale (cioè in centro città)<br />
- abitudine<br />
- se avete provato Italo e per qualche motivo non vi è piaciuto<br />
- se trovate una promozione più vantaggiosa di Italo<br />
<br />
<b>In comune Italo e Frecciarossa hanno alcuni servizi come il wi-fi gratuito e la durata</b>: minuto più, minuto meno, siamo lì, è chiaro che da periferia a periferia si fa prima che da centro città a centro città, ma poi bisogna vedere dov'è che dovete arrivare <i>IN</i> città. E poi, suvvia: in tre ore scarse da Milano potete essere a Roma e viceversa, senza fermarvi in nessun altra stazione. Avevate veramente così tanta fretta?<br />
<br />
<br />
<b>E comunque, sempre sempre controllate le promozioni, frutto della concorrenza... </b><br />
<b><span style="font-size: large;">Per viaggiare ad alta velocità tra Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli, ecco i due siti da consultare:</span></b><br />
- <a href="http://www.trenitalia.com/">www.trenitalia.com</a> - Treni Frecciarossa AV e qualche vecchio Intercity, tutti di di Trenitalia<br />
- <a href="http://www.italotreno.it/">www.italotreno.it</a> - Treni Italo AV di Nuovo Trasporto Viaggiatori<br />
<br />
Buon viaggio!<br />
<br />
EllyElly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-90280012190348871602012-09-16T23:06:00.003+02:002012-09-17T20:49:03.983+02:00I consigli di Elly e Fabio: come caricare la Vespa per un viaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEsxgPspZff9y8oiwxszQ1hGmGpBXkOn8RWE_OKttPIKyR-x9iHl01wR-lFdH15SjRZ-0GDr5ezJFMfZ8F5nG96cAoqD283EHxIDKuvZNbh_RQeOpqpMzoYcqDj_qHx7UCCBv1EC2RTUcf/s1600/caricovespa.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="205" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEsxgPspZff9y8oiwxszQ1hGmGpBXkOn8RWE_OKttPIKyR-x9iHl01wR-lFdH15SjRZ-0GDr5ezJFMfZ8F5nG96cAoqD283EHxIDKuvZNbh_RQeOpqpMzoYcqDj_qHx7UCCBv1EC2RTUcf/s320/caricovespa.jpg" /></a></div><br />
Muoversi in Vespa per viaggi di più giorni significa automaticamente scegliere di portare il minimo indispensabile: l'ingombro e il peso che vi portate appresso sono inversamente proporzionali al godimento del viaggio. <br />
<br />
Tuttavia ci sono cose che non possono mancare e alcune accortezze che possono fare la differenza. Ecco alcuni consigli elencati con la forza dell'esperienza, tenendo conto di un viaggio in due, con due portapacchi (davanti e dietro) e tenda al seguito.<br />
<br />
<b>Pressione delle gomme: </b><br />
- controllarla prima di partire (130 davanti, 210 dietro dato che sarete un bel po' carichi)<br />
- importantissimo verificare che anche la ruota di scorta sia gonfia e performante! <br />
<br />
<b>Nel portaoggetti: </b><br />
- una chiave tubolare del 13 per il cambio ruota<br />
- candela di ricambio con annessa chiave tubolare<br />
- attrezzi vari per manutenzione (indispensabili pinze, chiavi, giraviti) e magari un cavo frizione di scorta<br />
- torcia per eventuali lavori notturni<br />
- mappa!<br />
<br />
<b>Abbigliamento e accessori:</b> <br />
- K-way e copripantaloni impermeabili o tutozzo intero<br />
- fascia lombare per entrambi, la schiena ringrazierà<br />
- chiavi di scorta della Vespa, ché non si sa mai...<br />
- uno zainetto per il passeggero per oggetti di pronto utilizzo (tipo i panini)<br />
- casco integrale o quanto più coprente possibile<br />
- giacca antivento (e salva gomiti!)<br />
- bandana o fazzoletto o altro per coprire la gola<br />
- guanti per il guidatore, contro calli e vesciche<br />
<br />
<b>Bagagli:</b><br />
- tenda compatta (2,5/3kg è il top)<br />
- sacchi a pelo leggeri e poco ingombranti<br />
- materassini (i più compatti sono quelli gonfiabili con camere d'aria separate)<br />
- una sacca di plastica resistente (perfetto se con valvola sottovuoto, per limitare ulteriormente l'ingombro) per i vestiti<br />
<br />
Se non avete intenzione di dormire in tenda potete limitarvi a un solo portapacchi.<br />
<br />
<b>Portapacchi: </b><br />
- suddividere i pesi tra portapacchi anteriore e posteriore<br />
- meglio mettere le cose più pesanti davanti in modo da bilanciare il peso complessivo del mezzo; occhio però a non impallare il faro anteriore!<br />
- un ragno elastico per ogni portapacchi (e qualche corda elastica di scorta)<br />
- prima di fissare la roba avvolgere i bagagli in una sacca impermeabile (noi usiamo un coprizaino antipioggia del decathlon)<br />
<br />
<b>Studio dell'itinerario:</b><br />
- prendetevela con calma ed evitate tappe troppo lunghe (max 150/200km). Ne va della vostra salute fisica e mentale<br />
- godetevi il viaggio scegliendo strade piacevoli e poco trafficate. Cercate di evitare le superstrade e in generale le strade a più corsie, dove non è bello trovarsi in caso di contrattempi...<br />
<br />
Vi invitiamo a commentare se avete consigli da aggiungere o a contattarci per altre info!<br />
<br />
Buon viaggio,<br />
<br />
fabio<br />
<br />
Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-65795455917013391812012-09-16T16:53:00.000+02:002012-09-16T23:13:45.865+02:00Fare campeggio libero in Norvegia, Svezia e Finlandia. Le regole<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXE-b4DFpqNJY3wvL0iX9NodPM3lPc4XGNb_n7xGFE1GassU5DMFw7jmbj5uJAJ9Eq3X11iLBS6NzjoIHLSDW6gCXHlAHyzR70SgVTPQOcZy0Ye43r-_YIh9hyphenhyphenYYa0GntWArKJNCpRzHdF/s1600/IMG_5278.JPG" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="240" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXE-b4DFpqNJY3wvL0iX9NodPM3lPc4XGNb_n7xGFE1GassU5DMFw7jmbj5uJAJ9Eq3X11iLBS6NzjoIHLSDW6gCXHlAHyzR70SgVTPQOcZy0Ye43r-_YIh9hyphenhyphenYYa0GntWArKJNCpRzHdF/s320/IMG_5278.JPG" /></a></div><br />
Questo post è dedicato a chi cerca informazioni più precise a proposito del campeggio libero in Scandinavia, un'attività altrove impensabile sancita da un diritto, l'Every Man's Access, cioè il diritto d'accesso. Ecco quindi una sintesi di cosa comporta questa regola, e di come è possibile risparmiare qualche soldo stando nella natura.<br />
La fonte principale è <a href="http://wikitravel.org/en/Right_to_access">Wikitravel</a> e relativi link ufficiali. <br />
<br />
In linea di massima, il libero accesso a terreni pubblici o privati vale con l'accortezza di non arrecare disturbo o creare problemi. Quindi, ad esempio: ok passare per un campo non coltivato o un pascolo, purché si richiudano tutti i cancelli perché nel suddetto recinto potrebbero essere custoditi animali. Ok raccogliere funghi e fiori a meno che non siano specie protette. E ancora ok accendere un fuoco purché non si taglino alberi o salvo esplicite restrizioni...e così via. <br />
Nel caso specifico del <b>campeggio libero</b>, questo è possibile anche senza chiedere il permesso al proprietario se si rimane ad almeno 150 metri da abitazioni. In Svezia, a differenza che negli altri Paesi, la tenda può restare al massimo per 24 ore, dopodiché è necessario chiedere il permesso o andarsene. Ovviamente non bisogna in nessun caso lasciare rifiuti o lasciare un'impronta negativa sul territorio.<br />
<br />
In <a href="http://www.sverigeturism.se/smorgasbord/smorgasbord/natrecspo/nature/every.html">Svezia</a> il diritto al pubblico accesso è una regola non scritta ma universalmente condivisa e prende il nome di <i>Allemansrätten</i>. Il corrispettivo <a href="http://www.ymparisto.fi/default.asp?contentid=49256&lan=EN">finlandese</a> è lo <i>Jedermansrechte</i>. Ulteriori informazioni sulla legge norvegese si trovano invece <a href="http://www.environment.no/Topics/Outdoor-recreation/Right-of-access-/">qui</a>. Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Scandinavia62.2786475 12.340170846.755067999999994 -28.0895167 77.802227 52.769858299999996tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-45777878564819926212012-09-06T19:04:00.000+02:002012-09-06T19:22:20.365+02:00Vota il nostro Luogo del Cuore!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj90u3ujvvOKEUfBrF7BtqY78MFFjQdHgV6gvPKAHXObXoLhJitMbE0gG9Kn9h7H6H4gOVmFzHgcABJNBiY2IWMdU0Om-EKGAGlvZy4OYQe8w_RjWckM5ERhyphenhyphenWaWXtUvEGa2whyphenhyphenfjI924WZ/s1600/Mandrione.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="192" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj90u3ujvvOKEUfBrF7BtqY78MFFjQdHgV6gvPKAHXObXoLhJitMbE0gG9Kn9h7H6H4gOVmFzHgcABJNBiY2IWMdU0Om-EKGAGlvZy4OYQe8w_RjWckM5ERhyphenhyphenWaWXtUvEGa2whyphenhyphenfjI924WZ/s320/Mandrione.jpg" /></a></div><br />
Nè centro, nè periferia, il Mandrione è un luogo a parte. Capita di trovarcisi per caso, magari in fuga dal traffico della Casilina, della Tuscolana o di Tor Pignattara. Ed ecco che quei 2 km di strada costeggiata da un acquedotto antico cambiano le coordinate spazio-temporali. <br />
<br />
Le arcate dell'acquedotto sono state un riparo per i molti sfollati durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e lo stesso Pasolini ne documentò il degrado degli anni seguenti: accampamenti abusivi, droga e prostituzione hanno lasciato nei romani il ricordo di <i>un quartiere pericoloso, da evitare</i>.<br />
<br />
Le cose sono cambiate, oggi il Mandrione è un luogo vivibile e riqualificato, con gli edifici color rosso mattone e le persiane verdi che fronteggiano le vecchie pietre. Però potrebbe migliorare ancora! Ad esempio eliminando le lamiere (di Eternit?!) che nascondono le ex-baracche dietro alle quali stanno villini con tanto di antenna parabolica. O attivando la raccolta differenziata per i residenti al posto dei sacchi neri. O ancora rendendo accessibili le aree verdi a ridosso dell'acquedotto.<br />
<br />
Nel frattempo c'è chi passa di qui a correre, chi a pedalare, con tanto di sosta nel baretto intorno al civico 60. Il meglio è al tramonto e nel weekend, quando le fabbriche chiudono e il silenzio si riprende il suo posto.<br />
<br />
Se vuoi contribuire al miglioramente del Mandrione, votalo anche tu nel censimento dei luoghi del cuore promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano!<br />
<br />
<iframe width="300" height="182" frameborder="0" src="http://www.iluoghidelcuore.it/embed/code/via-del-mandrione"></iframe><br />
<br />
Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Via del Mandrione, Roma, Italia41.875308 12.537576641.863485 12.5178356 41.887131 12.5573176tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-17720296032815129222012-08-26T16:15:00.000+02:002017-11-28T11:41:45.377+01:00Arrivare a Capo Nord?<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb_FFn2Q-3RNh87hNZEX68DcwcY67V4-7B9iAJ3ZeideOhg41W3340l0EK3vBYD1CCyLQhiQ8lfxUJbtln4Z9Xe1i1vMYPGVpUoezx9glzY8a-fTd0ZHDrPuHNl9ToZ__VnIvbEcs2qqkQ/s1600/CapoNordDalKnivskjellodden.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb_FFn2Q-3RNh87hNZEX68DcwcY67V4-7B9iAJ3ZeideOhg41W3340l0EK3vBYD1CCyLQhiQ8lfxUJbtln4Z9Xe1i1vMYPGVpUoezx9glzY8a-fTd0ZHDrPuHNl9ToZ__VnIvbEcs2qqkQ/s400/CapoNordDalKnivskjellodden.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Capo Nord dal Knivskjellodden</td></tr>
</tbody></table>
Il 21 agosto 2009 iniziava con questo titolo una paginetta scritta rigorosamente a penna blu sul quaderno di viaggio. Avevamo dato un nome al nostro itinerario: "Nord! Nord! Nord!". Proprio quel giorno stava iniziando il ritorno verso sud, dopo giorni di esplorazione dell'estremo nord della Scandinavia, felici di aver preso una decisione controcorrente e di averla portata a termine. La domanda era legittima: <b>perché dovremmo arrivare fino a Capo Nord? </b><br />
<br />
<br />
<b>Non certo per la straordinarietà dell'impresa</b>: volo low cost, tenda e zaino, qualche treno notturno e il noleggio di un'auto per le zone più estreme non sono facili come un pacchetto chiavi in mano d'agenzia ma neppure roba da eroi. C'è chi l'ha fatto in Vespa, chi in bicicletta... allora sì che ti puoi bullare con il tuo mezzo pieno di adesivi tra i camper che affollano il parcheggio a pagamento, tutti in fila in cima a una scogliera a fare... che cosa? Una spaghettata boreale? <br />
<br />
E nemmeno per poterci togliere la soddisfazione di mettere i piedi nel punto più settentrionale d'Europa. Eh no, perché il punto più a nord è il promontorio <i>di fianco</i> al Nordkapp, dal nome meno pronunciabile di <b>Knivskjellodden</b>. Con la latitudine non si scherza, e quindi abbiamo scelto di andarlo a fotografare, quel mitico sperone di roccia che prese il nome di Capo Nord semplicemente perché era il primo punto visibile da lontano, e quindi il simbolo di chi arrivava dal mare, con grande sollievo. Inoltre, la comodità della conformazione geografica, una spianata perfetta per costuire parcheggi, alberghi, ristoranti, bar, negozi e addirittura un ufficio postale con il proprio CAP, ha alimentato il mito di Capo Nord fino a farlo diventare la meta principale dei viaggi in Scandinavia e facendo lievitare i prezzi più alti della Norvegia.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><b>Tutto ciò ci ha fatto passare la voglia di andarci</b>, con buona pace dei bei tramonti mancati. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;">La contromossa è dedicare un giorno di cammino per andare<b> </b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><b>nel VERO punto più a nord dell'Europa</b>.</span></div>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizPWPat1OgRws-9UZc6AHSP-D-55rmB9UF_agw2wxQbJSG454FqhAkLtzcB4pfDuXCtF2JDtmgX0fdQ9La1_5yWvCit8SrX_swyMVHhAHusNz2wES3RY18N4wH_2YF7Q07ArV6c00CMUL/s1600/KniskjelloddenRenna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizPWPat1OgRws-9UZc6AHSP-D-55rmB9UF_agw2wxQbJSG454FqhAkLtzcB4pfDuXCtF2JDtmgX0fdQ9La1_5yWvCit8SrX_swyMVHhAHusNz2wES3RY18N4wH_2YF7Q07ArV6c00CMUL/s320/KniskjelloddenRenna.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Renne lungo il sentiero del Knivskjellodden</td></tr>
</tbody></table>
Arrivare alla punta del Knivskjellodden è un'esperienza intensa, perché<b> l'unico mezzo via terra per raggiungerlo sono i piedi.</b> Le renne che si incontrano lungo il cammino si orientano alla perfezione; per noi invece è sufficiente avvistare i grandi "omini" di pietra per seguire la direzione giusta in questa distesa perlopiù pianeggiante che solo nel tratto finale scende con più decisione verso il mare e prosegue lungo la costa. In fondo al capo, trovate un piccolo monumento e un libro firma dove lasciare un segno del vostro passaggio, custodito in un armadietto proprio come accade sulle nostre vette alpine.<br />
<br />
Dopo 9 km a piedi, ci sediamo a osservare Capo Nord. Siamo decisamente più a nord di lui. Abbiamo speso soltanto le nostre calorie per arrivarci e in effetti non stiamo per fare nessuna spaghettata. Ma cosa importa? In fondo ci sentiamo come quei marinai che, osservando da lontano la falesia severa tra le onde, potevano sentire di essere davvero arrivati dove volevano.<br />
<br />
<b>Come arrivare al Knivskjellodden</b><br />
Seguite l'indicazione del sentiero segnalato lungo l'unica strada che porta a Capo Nord (la E69) pochi chilometri prima dell'arrivo alla meta. Il sentiero procede per circa 9 km in direzione nord-ovest. Vedendo alcuni turisti poco informati iniziare il percorso nel tardo pomeriggio, ci sentiamo di ricordare che non è una <i>passeggiata del dopo pranzo</i>, ma un trekking di 18km A/R per il quale bisogna calcolare almeno sei ore e portare attrezzatura adeguata tra cui calzature impermeabili, qualche provvista e giacca impermeabile antivento. Detto ciò, è un percorso tecnicamente facile che regala paesaggi meravigliosi in questo deserto nordico privo di alberi, ma ricco di laghetti e spesso punteggiato dalle renne in libertà.<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKELX8_bU7NZJU6UJGfVSs7uLb3O8eqsGemnnOnGVRisVXP-7wMsBlb_vOgUH-5Z4Lp379gw4-2xSSdVKSy9E6meYRY_qE60w4aBXZgTXaEIvBCfsFoVZLglO2ZMs1ftveQWmwOsAlCEBN/s1600/AbiskoNationalPark_Path.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKELX8_bU7NZJU6UJGfVSs7uLb3O8eqsGemnnOnGVRisVXP-7wMsBlb_vOgUH-5Z4Lp379gw4-2xSSdVKSy9E6meYRY_qE60w4aBXZgTXaEIvBCfsFoVZLglO2ZMs1ftveQWmwOsAlCEBN/s320/AbiskoNationalPark_Path.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un sentiero nell'Abisko National Park</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: large;"><b>IL VIAGGIO </b></span><br />
In sintesi, ecco come abbiamo strutturato il viaggio dall'Italia con l'obiettivo di:<br />
- spendere il meno possibile (in Scandinavia è un'impresa ardua di per sé)<br />
- fare un'immersione nella natura selvaggia del nord Europa<br />
- ottimizzare i tempi<br />
- riposare ogni tanto.<br />
<br />
<b>Quando ci siamo stati</b><br />
Dal 13 al 29 agosto 2009, 17 giorni in totale di cui:<br />
- 2 giorni a Stoccolma<br />
- 10 giorni nel nord di Svezia e Norvegia<br />
- 5 giorni nel sud di Svezia e Norvegia<br />
<br />
<b>Come ci siamo spostati</b><br />
- Volo low cost Ryanair da Orio al Serio a Stoccolma Skavsta (bus per Stoccolma città, oltre un'ora di viaggio)<br />
- Treno notturno per Kiruna (Svezia)<br />
- Noleggio auto a Kiruna per 9 giorni per girare nel nord di Svezia e Norvegia passando per: Abisko National Park, Isola di Senja, Tromso, Oksfjordjokkelen, Honnigsvag, Knivskjellodden, Stabburfossen, Kautokeino<br />
- Rientro a Kiruna in auto e nuovo treno notturno per Stoccolma + coincidenza treno per Goteborg (Svezia)<br />
- Autobus per Hamburgsund (Svezia)<br />
- Autobus per Stromstad (Svezia)<br />
- Nave per Sandefjord (Norvegia)<br />
- Autobus per Torp (Norvegia) <br />
- Volo Ryanair da Oslo Torp per Orio Al Serio<br />
<br />
<br />
<b>Dove abbiamo dormito</b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLu1V0h3hYFzgcxKrUFxV442__W9vohCCwsj2Yy8MSQspCnTSkVG0c2PD5bmrQoMDVnh1_yXPTyu6vm_8mDBR280NWLa9pUzSpfPrOh-8QXJmgapSpebifzJptYfwbZOCM_BvQc7rlvpxW/s1600/Hyatt_Nnorway_Persen.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLu1V0h3hYFzgcxKrUFxV442__W9vohCCwsj2Yy8MSQspCnTSkVG0c2PD5bmrQoMDVnh1_yXPTyu6vm_8mDBR280NWLa9pUzSpfPrOh-8QXJmgapSpebifzJptYfwbZOCM_BvQc7rlvpxW/s320/Hyatt_Nnorway_Persen.jpg" width="320" /></a></div>
<b>In tenda</b> in campeggio a Stoccolma, Goteborg, Hamburgsund, Stromstad e Sandefjord (è teoricamente possibile piantare la tenda per una sola notte anche fuori dai campeggi purché a distanza da abitazioni o su terreni privati previo consenso del proprietario).<br />
<b>In casette di legno</b> (<i>hytter </i>in svedese e <i>hyatt </i>in norvegese) in campeggi o affittate nei giardini di privati.<br />
<b>In macchina </b>(con la complicità di una station wagon avuta al prezzo di una economica) all'Abisko National Park, Isola di Senja, Honnigsvag, e in svariate piazzole di sosta lungo le strade principali.<br />
<b>In treno</b> sui treni notturni da e per Kiruna.<br />
<br />
<b>Come abbiamo risparmiato</b><br />
La Norvegia è molto più cara della Svezia, motivo per cui, ad esempio, abbiamo noleggiato un'auto svedese... Fate provviste prima di sconfinare e in generale scordatevi le birrette a gogo (oltre a essere un tabù, il consumo di alcoolici è estremamente costoso, così come quello di sigarette). Vita spartana...per forza!<br />
<br />
<b>Dove abbiamo camminato nella natura</b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqbB1fKY9iMfsGOVsj85s5YDtiN1LjNXRJGH9K8IkfdjE9Rit9i75xoEiniVGfVWjY0BszmG0BdVsyj9IBc4miYqXPkV1YbMBmbnc2J5XdHPzhClBiQioq6sgcdlQvOcUle8Qxwmx1Gv87/s1600/Oksfjordjokkelen_August2009.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqbB1fKY9iMfsGOVsj85s5YDtiN1LjNXRJGH9K8IkfdjE9Rit9i75xoEiniVGfVWjY0BszmG0BdVsyj9IBc4miYqXPkV1YbMBmbnc2J5XdHPzhClBiQioq6sgcdlQvOcUle8Qxwmx1Gv87/s320/Oksfjordjokkelen_August2009.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Oksfjordjokkelen</td></tr>
</tbody></table>
- Abisko National Park (Svezia): sentieri ben segnalati, vari percorsi<br />
- Oksfjordjokkelen (Norvegia): ultimo ghiacciaio europeo che arriva fino al mare. Sentiero un po' impegnativo, con tratti molto ghiaiosi e scivolosi. Lungo 16 km A/R...portare rifornimenti! In alternativa potete visitarlo in barca...<br />
- Knivskjellodden, 18 km A/R a nord ovest di Capo Nord<br />
- Cascate di Stabburfossen: un passeggiata carina e defaticante nello Stabbursdalen National Park<br />
<br />
<b>Altre idee</b> (non sperimentate direttamente ma che sembrano carine, benché non per tutti) <br />
- <a href="http://www.visitnorway.com/it/Dove-dormire/Vacanze-nei-fari-in-Norvegia/%20%20" target="_blank">Dormire in un faro della Norvegia</a>, bello ma ovviamente costoso<br />
- <a href="http://www.filippologli.com/" target="_blank">Arrivare a Capo Nord in Vespa</a>, come ha fatto il 27enne Filippo Logli (complimenti!)<br />
- Percorrere il <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Kungsleden" target="_blank">Kungsleden, il sentiero del Re:</a> 440 km a piedi nei parchi nazionali della Svezia, <i>into the wild!</i><br />
<i><br />
</i> Questo viaggio è stato molto intenso e ha soltanto rimandato un nuovo ritorno nel grande nord, che periodicamente ci richiama a sè. Vi invitiamo a prendere ispirazione da questo itinerario, ringraziando a nostra volta chi prima di noi ci ha dato spunti di ricerca per costruire il nostro viaggio.<br />
<br />
Cari viaggiatori, saremo felici di ricevere i vostri commenti e di rispondere alle vostre domande. La mail è sempre la stessa: <a href="mailto:ellyefabio@gmail.com">ellyefabio@gmail.com</a><br />
<br />
<br />
A questo link potete vedere <a href="http://www.flickr.com/photos/fabio_paladini/" target="_blank"><b>gli scatti di Fabio</b></a> con la sua fidata Nikkormatt.<br />
<br />
Per gli anglofoni, consiglio il post di <a href="http://www.gonomad.com/features/0710/norway-north-cape.html" target="_blank">Matthew MacDermott</a>, <i>travel writer </i>freelance che chiama "casa" la costa Australiana ma che gira più volentieri per il mondo, Knivskjellodden incluso.<br />
<i></i><br />
Buon viaggio, e qualunque sia la vostra meta godetevi il percorso! Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Knivskjellodden, 9764 Nordkapp, Norvegia71.18482 25.67590771.143851 25.517978499999998 71.225789 25.8338355tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-58454740288101886592012-08-20T16:30:00.001+02:002012-08-20T16:41:01.113+02:00Asinara a cavallo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIoKRJy-cVCaDLK-d-9cqbgylwhiIuFC9f32go_mHapNBzNZed9uH7jJ-Ln3b3BvfC1QM2orscxwlYZXUKptlkM8zBQoC9oMSvvV1KjYtR0A_zDwg-4ra2WQKQfoqkeahmBcldy27GCFto/s1600/Asinara.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIoKRJy-cVCaDLK-d-9cqbgylwhiIuFC9f32go_mHapNBzNZed9uH7jJ-Ln3b3BvfC1QM2orscxwlYZXUKptlkM8zBQoC9oMSvvV1KjYtR0A_zDwg-4ra2WQKQfoqkeahmBcldy27GCFto/s320/Asinara.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Sono sbarcata all'Asinara a fine giugno, ovvero l'inizio della stagione
turistica, avviatasi lentamente dopo che per tre mesi il traghetto di
linea da Porto Torres era stato fermo, con conseguenti problemi di
approvvigionamento per i (pochi) abitanti di quest'isola sarda. Ci sono
salita nel giorno in cui trasportavano le bombole di gas, e per poco non
ho rischiato di restare a terra perché il numero di posti per
passeggeri era limitato. Oltre a me, gli unici a fermarsi a dormire all'<b><a href="http://www.sognasinara.org/" target="_blank">Ostello di Cala d'Oliva</a></b>
sono un gruppo di venti ragazzi venuti qui con l'istruttore di apnea,
una coppia di signore di mezza età e un altro viaggiatore in cerca di
mete inesplorate da proporre come guida.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXENKUGasmiqC72PEvIVQxe0570W34qPl6-NkZbBniz1n8GIDIfiK3hx7engZj3pODinijQ00E9l9GJH20J0iY5sbzSx8YGyGK8d3oyzQ_schieLZnTWtes_UGipE5myVI9bN_hZfuzO_X/s1600/Asinara_cavalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
Il mio obiettivo è uno: godermi questo luogo davvero ai confini del
mondo conosciuto e viverlo dal mio punto di vista preferito: in sella a
un cavallo locale. Così ben prima di organizzare trasferimento e
ostello, mi ero premurata di contattare il <a href="http://www.assial.it/" target="_blank"><b>Centro di Escursionismo Equestre <i>Cavalcando l'Asinara</i></b></a>.
Valentina, Consuelo e Cristina lo portano avanti con grande energia,
occupandosi (oltre che di un bel gruppo di asinelli) dei cavalli
addestrati per le passeggiate, "colleghi" degli altri equini che
sull'isola vivono in branchi allo stato brado.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6557bx9_dFFzZzTh1QO5iKtXyJnSYq9gpihuBtIhDbuWVugl-ockoDG2pBI_W5ewymTNs0N363ordDmxC-0zXvFNcPo6hZtfOREgiugUTo4Q7lkjdhTlVHOo0W85i9RA42Qy4wf6HmB6O/s1600/CampuPerduAsinaraCavalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6557bx9_dFFzZzTh1QO5iKtXyJnSYq9gpihuBtIhDbuWVugl-ockoDG2pBI_W5ewymTNs0N363ordDmxC-0zXvFNcPo6hZtfOREgiugUTo4Q7lkjdhTlVHOo0W85i9RA42Qy4wf6HmB6O/s320/CampuPerduAsinaraCavalli.jpg" width="320" /></a>Al centro si arriva in 10 minuti a piedi da Cala Reale (a sinistra,
verso sud) lungo l'unica strada di cemento che attraversa l'isola. Oggi è
il giorno libero di Consuelo, che mi aveva seguita con scambi di mail e
telefonate per organizzare l'uscita: saranno Valentina e Cristina a
montare con me e illustrarmi i panorami mozzafiato della parte
nord-orientale dell'isola. Oltre a gestire le escursioni e a occuparsi
della dura vita di scuderia, le ragazze hanno anche il compito di
monitorare i circa cento cavalli che vivono allo stato brado. Da questo
punto di vista oggi non è un buon giorno: proprio questa mattina è morto
un puledrino che si era ammalato di recente; malgrado stesse reagendo
bene alle cure non ce l'ha fatta e la delusione è forte. <br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8EUQS5DAy-rqPMuUznHHA_KTQHcLGX3JUAXl05F5G9Qp-x3BP0uKPcpsOAegxFrOK5rPj73otWWopwS59JtyAdkXaovsUCNs6juCsT2FQRlErPzcbjVeji-yK6yahU79Cgi32leO6KKtc/s1600/Asinara_CalaSabina.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8EUQS5DAy-rqPMuUznHHA_KTQHcLGX3JUAXl05F5G9Qp-x3BP0uKPcpsOAegxFrOK5rPj73otWWopwS59JtyAdkXaovsUCNs6juCsT2FQRlErPzcbjVeji-yK6yahU79Cgi32leO6KKtc/s320/Asinara_CalaSabina.jpg" width="320" /></a>Anche se il morale non è alle stelle, ci dedichiamo alla nostra escursione: dopo sellaggio e riscaldamento ala corda è ora di partire. L'escursione
dura due ore abbondanti e unisce due itinerari a nord e a sud del
centro, toccando tratti di scogliera e più vicini all'acqua,
intervallati da percorsi nell'entroterra e nella macchia mediterranea,
dove un trottino interrompe il ritmo regolare del passo. Le cale si
susseguono, con il loro colore blu intenso. E si passa anche per alcuni
ruderi dell'ex colonia penale.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXENKUGasmiqC72PEvIVQxe0570W34qPl6-NkZbBniz1n8GIDIfiK3hx7engZj3pODinijQ00E9l9GJH20J0iY5sbzSx8YGyGK8d3oyzQ_schieLZnTWtes_UGipE5myVI9bN_hZfuzO_X/s1600/Asinara_cavalli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="189" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXENKUGasmiqC72PEvIVQxe0570W34qPl6-NkZbBniz1n8GIDIfiK3hx7engZj3pODinijQ00E9l9GJH20J0iY5sbzSx8YGyGK8d3oyzQ_schieLZnTWtes_UGipE5myVI9bN_hZfuzO_X/s320/Asinara_cavalli.jpg" width="320" /></a></div>
Ad aprire la fila c'è Medea, una saura che conosce a memoria i percorsi e
che ha decisamente beneficiato della chiusura del carcere: dopo anni di
abusi da parte di una guardia carceraria nota per la durezza dei modi,
tanto verso i detenuti quanto verso gli animali (e deduco gli esseri
viventi in generale), è tornata lentamente a fidarsi delle persone
grazie alla doma dolce delle ragazze. In loro c'è il giusto mix di
grinta e concretezza, unita alla conoscenza e all'amore per questi
meravigliosi animali.<br />
<br />
Con la baia tutto pepe Elena alle spalle a chiudere la fila, monto la
"mia" India, una morellina dal passo scattante che convinco a non
strusciarsi contro i cespugli. Ma la sua vera passione è l'acqua e me lo
dimostra prima di rientrare in scuderia, quando ci fermiamo nella
spiaggetta vicina e ci concediamo una breve galoppata tra gli schizzi
salati, stando attenta (per quanto mi riguarda) a distogliere India dal
desiderio (più che comprensibile) di buttare me e se stessa tra le onde.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqLrgm2lANTqqrnyLUYRDzb1doIM4rdU-vo850Ssk_PwSyN7HB-4UvhzeNL-qVwyt8wFS85CK6p2tOaKWd6LwfVrSstacEYl1r5O7S1fF01heRosbQdxOK4pa8W0cD9w_vPsrlk7luBFLk/s1600/Asinara_Asinello.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqLrgm2lANTqqrnyLUYRDzb1doIM4rdU-vo850Ssk_PwSyN7HB-4UvhzeNL-qVwyt8wFS85CK6p2tOaKWd6LwfVrSstacEYl1r5O7S1fF01heRosbQdxOK4pa8W0cD9w_vPsrlk7luBFLk/s320/Asinara_Asinello.jpg" width="320" /></a></div>
A fine cavalcata mi resta il tempo per consumare in riva al mare il
packed lunch acquistato all'ostello, tornare a piedi allo stagno dove
avevo avvistato degli splendidi esemplari di Cavaliere d'Italia (una
specie migratoria rarissima altrove, ma evidentemente affezionata alla
natura protetta dell'isola), scattare qualche foto agli asinelli albini,
recuperare lo zaino al bar e salire sul traghetto che mi riporterà a
Porto Torres. Da lì, con un po' di fortuna, riesco a incastrare il bus
per la prossima tappa: la bellissima città di Alghero.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwtYeyVK1bfGfJ1v9L4KyRhkH-KDHiN_5ZLiUfmbzI_70XnEVmbIxH-ovowfqwTmsYHGDR5cT7-oWo7gAsGeNMSKA_R4EBObYLVXZS8JNiZUYOfyOoUR3YA8JaM-UBz2GAGUunYeerJ-FE/s1600/Asinara_Natura.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwtYeyVK1bfGfJ1v9L4KyRhkH-KDHiN_5ZLiUfmbzI_70XnEVmbIxH-ovowfqwTmsYHGDR5cT7-oWo7gAsGeNMSKA_R4EBObYLVXZS8JNiZUYOfyOoUR3YA8JaM-UBz2GAGUunYeerJ-FE/s400/Asinara_Natura.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Saluto quest'isola con la promessa di tornare e salutare i cavalli e gli umani del centro equestre: in fondo se questo viaggio è stato così speciale lo devo soprattutto a loro. <br />
<br />
Alla prossima!<br />
<span style="font-size: large;"><i>elly</i></span><br />
<br />
<br />
<br />
<br />Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Isola Asinara, Parco Nazionale dell'Asinara, Italia41.0706784 8.319794640.9749124 8.1618661 41.166444399999996 8.4777231tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-66517711551480159322012-06-29T18:43:00.000+02:002012-06-29T18:49:43.632+02:00Sardegna - Asinara: Elly e Fabio ci sono appena stati...<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1_qK-tXQ4UoL3QRN_xlGcUJ0OiV_bT9Cw9FXlFfFWVofqFS-P11XBktM1Zx8djYYie9OblWKhOGJ_Z6Uqipt_flbnMpNkkt0e4rEB1HmNN4NxCQsGsdCErJWFg6gUPG5x_dhwAhLBWjvD/s1600/Elly_Asinara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1_qK-tXQ4UoL3QRN_xlGcUJ0OiV_bT9Cw9FXlFfFWVofqFS-P11XBktM1Zx8djYYie9OblWKhOGJ_Z6Uqipt_flbnMpNkkt0e4rEB1HmNN4NxCQsGsdCErJWFg6gUPG5x_dhwAhLBWjvD/s400/Elly_Asinara.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lungo il Sentiero del Faro - Destinazione Cala Sabina</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Cari lettori del nostro blog, <br />
per una serie di circostanze abbastanza casuali Fabio ed io siamo appena stati all'Asinara a distanza di un paio di giorni l'uno dall'altro. Lui a Fornelli - trasferimento da Stintino - io nella parte nord dell'isola - traghetto di linea da Porto Torres a Cala Reale e visita dei dintorni con notte all'ostello di Cala d'Oliva e passeggiata a cavallo - in un'inedita esperienza di viaggio in solitaria che mi ha fatto sentire davvero bene con me stessa e con il mondo. <br />
<br />
Sto rimettendo a posto le idee e gli appunti di questo viaggio in un luogo davvero unico, di natura selvaggia ma soprattutto di storia umana. Perché per decenni all'Asinara non ci si è potuti andare, a meno che non si fosse detenuti del carcere o guardie carcerarie con relative famiglie. Poi nel 1998 il carcere ha chiuso, gli abitanti se ne sono andati e la natura, protetta da un parco nel giro di pochi mesi, si è ripresa l'isola rinselvatichendola. Niente più campi coltivati, niente più allevamenti di capre, e i pochi edifici si suddividono in <i>restaurati di fresco</i> (per le strutture di controllo, visita e accoglienza) e <i>diroccati</i>, rinselvatichiti pure loro, utili più che altro a riparare dal sole la pelle delicata degli asinelli albini. Gli animali - tra cui mufloni, cavalli, asini, cinghiali e capre - vivono liberi e allo stato brado e i servizi per i visitatori sono ridotti all'osso, ma stanno ritrovando nuova linfa di anno in anno per rendere fruibile il territorio. Tra Guardie Forestali, Carabinieri. e Polizia Municpale, oggi sembra quasi che ci siano più forze dell'ordine che civili, a controllare che i suddetti civili rispettino l'integrità di una natura che è stata restituita a se stessa.<br />
<br />
Non si viene certo all'Asinara per fare vita comoda... ma l'accoglienza è calda e l'atmosfera da confini del mondo. Si può dormire e cenare all'<a href="http://www.sognasinara.org/" target="_blank">ostello</a> (indispensabile la prenotazione, da euro 42 a notte per un posto letto in camerata, cena e colazione), fare un'<a href="http://www.cavalcandolasinara.it/" target="_blank">escursione a cavallo</a>, noleggiare un 4x4 o una barca, o semplicemente camminare o pedalare lungo i sentieri e per l'unica strada dell'isola, conquistandosi un posto in prima fila sulla sabbia bianca o sugli scogli in una delle splendide cale accessibili al pubblico (ovvero non protette da riserva integrale). Siete curiosi?! Impazienti?! Prometto di fare presto e pubblicare un post dedicato all'Asinara, con testi e foto inediti!<br />
<br />
Nel frattempo segnalo una notizia utile a quanti vogliano passare qui una giornata o (cosa che consiglio caldamente) più giorni. <b>Dopo quasi tre mesi di stop forzato, il traghetto di linea Sara D che collega l'Asinara a Porto Torres è ripartito</b> ed effettua due corse A/R giornaliere con partenza da Porto Torres alle 8:30 e alle 15; il ritorno da Cala Reale è alle 11 e alle 17. Costo: 12 Euro A/R. Per informazioni e prenotazioni: <a href="http://www.delcomar.it/" target="_blank">Delcomar</a> (tel: 345/3683626).<br />
<br />
Ci sono domande? Non esitate a contattarmi: <a href="mailto:ellyefabio@gmail.com" target="_blank">ellyefabio@gmail.com </a><br />
<br />
Elly <br />
<br />
<br />
<br />
<br />Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-85998815457166978452011-09-20T20:01:00.001+02:002017-11-28T11:22:48.593+01:00Balkan Express: da Milano a Istanbul nei Balcani, con treni, nave e pullman<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXrH-C3I1obHLbY-gJT4k-QmgZlYUSpQ2-oFNrceyO_cFmdnDvXZfUtXnfHVfABmUMjHwXUY3uiWKV-re5JKkmKlYjw1NOqU22QTm8bb5AIxQH4vpHQ_tMsydKJ8fwrxfb_Aq1Wq6kO4ks/s1600/02.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXrH-C3I1obHLbY-gJT4k-QmgZlYUSpQ2-oFNrceyO_cFmdnDvXZfUtXnfHVfABmUMjHwXUY3uiWKV-re5JKkmKlYjw1NOqU22QTm8bb5AIxQH4vpHQ_tMsydKJ8fwrxfb_Aq1Wq6kO4ks/s320/02.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Un viaggio via terra dall'Italia a
Istanbul, fatto nel marzo 2010, con mezzi pubblici di varia natura,
attraverso Croazia, Bosnia Herzegovina, Serbia e Bulgaria.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Le tappe:</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>5 Marzo – Da Milano ad Ancona e
partenza per Spalato.</b> Raggiungo Ancona da Milano tramite due treni
regionali: Milano-Bologna, partenza ore 11.20 e arrivo ore 14.30:
Bologna-Ancona, partenza ore 14:36 e arrivo ore 17:24. Spesa
complessiva 24,90€. Ad Ancona incontro Francesco, mio compagno di
viaggio, partito invece da Roma. Alle 21:00 la nave Dubrovnik lascia
Ancona con noi a bordo, diretta a Spalato. Il viaggio per due persone
ci costa 97€ (passaggio ponte, ovviamente).</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>6 Marzo – Da Spalato a Mostar.
</b>Arriviamo a Spalato alle 7 di mattina. Breve giretto in città, dato
che l'ho già visitata con Elly in passato (molto graziosa, ma sta
perdendo rapidamente la propria autenticità, almeno nel centro
storico). Alle 10.55 saliamo su un bus semi-deserto alla volta di
Mostar. La stazione dei bus è sul lungomare, poco distante dal punto
in cui ci lascia la nave. Il pullman scende lungo la costa, il mare
cristallino sempre in basso alla nostra destra. Poi, dopo Plo</span><span style="font-size: small;">ĉe,
svolta verso l'interno e, seguendo la valle della Neretva, ci
introduce nel paesaggio brullo tipico della Herzegovina, fatto di
colline prive di vegetazione. I fori di proiettile che compaiono sui
muri dei palazzi, spesso mezzi crollati, e i minareti che affiancano
i campanili sono il segno tangibile che abbiamo cambiato stato.
Arriviamo a Mostar nel pomeriggio (arrivo previsto alle 15:00, ma
facciamo più di un'ora di ritardo). A Mostar alloggiamo all'<a href="http://www.hostel-dino.hostel.com/">Hostel Dino</a> (dal nome del gestore), ottimo per posizione e prezzi (20€ la
doppia). </span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"> </span>
</div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>7 Marzo – Da Mostar a Sarajevo. </b>Dopo
una mattina di relax, passata a crogiolarsi sotto il sole di Mostar,
alle 15 in punto partiamo per Sarajevo (esiste anche un treno, ma è
mooolto più lento). Il viaggio dura circa sei ore ma merita:
attraversiamo vallate scoscese e lussureggianti, zone montuose e
laghi, e approdiamo a Sarajevo in serata, appena in tempo per
piazzarci all'<a href="http://www.hcc.ba/">Hostel City Centre</a>, che si rivela un troppo affollato
per i miei gusti. Per fortuna che ci dirottano in un
micro-appartamentino privato alle porte del centro città: prezzo
20.45€.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>8 Marzo – Da Sarajevo a Belgrado.
</b>Dalla Central Station di Sarajevo parte un solo bus, alle 6 del
mattina. Decisamente più numerosi i bus che partono dalla Lukavica
Station, molto distante dal centro ma collegata tramite un autobus
(informatevi sul posto). Le partenze giornaliere sono: 6:15, 8:00,
9:45, 11:00, 12:30, 15:00, 22:00). Noi optiamo per quello delle
11:00. Il viaggio è lungo (7 ore dichiarate ma ce ne mette almeno un
paio in più) ma condito da numerose e gradevoli soste. Dopo pochi
chilometri compaiono cartelli in cirillico e capiamo così di essere
nella </span><span style="font-size: small; font-style: normal;">Republika Srpska, la regione
bosniaca a maggioranza serba. Poi, ad un tratto, le montagne lasciano
spazio a una pianura fertile, enorme, disseminata di vecchi borghi
agricoli con casette minuscole, che sembrano uscite direttamente da
un libro di fiabe. Siamo entrati in Serbia.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>9 Marzo – Belgrado. </b>Giornata
ritemprante, dopo il lungo viaggio in pullman da Sarajevo e prima del
lunghissimo viaggio in treno per Istanbul. Alloggiamo al <a href="http://www.crickethostel.com/">Cricket Hostel</a>: camere belle, colorate e pulite, ottimo rapporto
qualità-prezzo (12€ a testa per una doppia) e accoglienza assai
cordiale. Immancabile rete free wifi.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-family: inherit; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqmxXtFI1CY_weRW9fHnk4Af7vIb1M48EWxmWKatQGScNbCjRJBbbaBQYXmujEr8ItpHb2cIK9T0avgC8E-nCp4uqdkH4OLsQZ7k12wVYVTby_4gsvHhZR_QeIK4WZt-b2xRfjvfgpQGTE/s1600/01.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="228" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqmxXtFI1CY_weRW9fHnk4Af7vIb1M48EWxmWKatQGScNbCjRJBbbaBQYXmujEr8ItpHb2cIK9T0avgC8E-nCp4uqdkH4OLsQZ7k12wVYVTby_4gsvHhZR_QeIK4WZt-b2xRfjvfgpQGTE/s320/01.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>10 Marzo – Balkan Express. </b>Viaggio
lunghissimo, 24 ore no stop, ma esperienza epica che deve essere
vissuta (paghiamo 9.776 Dinari per due biglietti, equivalenti a 97
euro – i biglietti si possono fare soltanto allo sportello della
stazione di Belgrado). Al confine tra Serbia e Bulgaria assistiamo a
scene di puro contrabbando. Prima due tizi che, armati di cacciavite,
smontano pannelli del treno per nascondere stecche di sigarette. Poi
signore dall'aria materna, salite poco prima della frontiera, con
pacchetti di sigarette nascosti ovunque, sotto le ampie gonne o
all'interno della terra dei vasi di fiori che portano con sé. Con
ampi sorrisi e banconote nascoste tra le pagine dei passaporti
riescono a rendere meno severi i controlli dei baffuti agenti di
frontiera. Le pagine stracolme di timbri dei loro passaporti ci fanno
capire che quel viaggio costituisce la loro quotidianità.
All'imbrunire arriviamo a Sofia, dove ci fanno montare su un treno
più piccolo (occhio a qualche falsa guida che zelante si offrirà di
accompagnarvi al giusto binario). Con 10€ avrete diritto a un letto
in una comoda cuccetta a tre posti.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>11 Marzo – Arrivo a Istanbul. </b>Nel
cuore della notte veniamo svegliati per sbrigare le formalità
necessarie per l'ingresso in territorio turco (frontiera di Edirne).
Doveste capitarci, non mettetevi in coda con tutti quelli che devono
acquistare il visto (noi italiani, a differenza di spagnoli, inglesi
e olandesi, non ne abbiamo bisogno) ma andate dritti a farvi timbrare
il passaporto allo sportello. C'è anche un piccolo alimentari in cui
è possibile comprare acqua e provviste per la notte. La mattina il
treno entra a Istanbul costeggiando il Mare di Marmara. Spettacolo
che mi perdo, dato che il letto è accogliente e dormo della grossa.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>12 Marzo – Istanbul. </b>Due giorni di
relax e bighellonate, nel corso quali l'unico mezzo che prendiamo è
il battello per raggiungere Uskudar... Alloggiamo al <a href="http://www.chillouthostelistanbul.com/">Chillout Hostel</a>.
C'ero già stato qualche anno fa, ma mi sa che questa è l'ultima
volta che ci vengo dato che Iskitlal Caddesi sta rapidamente e
fastidiosamente diventando il cuore della movida di Istanbul.</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><b>13 Marzo – Da Istanbul a Roma.
</b>Rientro in Italia in aereo con la compagnia lowcost <a href="http://www.blu-express.com/">Blu Panorama</a> (il
biglietto ci costa circa 50€ a testa). Il bus per l'aeroporto parte
da piazza Taksim e ce n'è uno ogni mezz'ora (17 lire turche, un po'
caro...).</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Consigli random. I viaggi in pullman
(Balkan Express escluso) sono tendenzialmente da preferirsi a quelli
in treno, decisamente più lenti e poco frequenti. Gli ostelli che
abbiamo incontrato nei Balcani ci sono piaciuti parecchio: puliti,
economici e dotati di rete wireless. Portarsi un piccolo notebook, un
tablet o un qualunque apparecchio dotato di connessione wifi può
essere una buona idea...</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Questo è quanto. Buon viaggio!</span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div style="font-family: inherit; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">fabio</span></div>
Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-39613345090807542372011-09-07T19:12:00.000+02:002011-09-11T19:05:39.965+02:00Da Roma al Salento in VespaIl racconto di questo viaggio inizia dalla fine... ma poi le tappe del viaggio in Vespa ve le diciamo (per quelle scendete dritti finché non trovate la prossima foto). <br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMVe8-b4Q6-fEJsAqwnKdilQzbWV4hKhW0jLxhappsotYRmPsIZ7WlbGNDocUnNGmVts37t2k4Wp8N5B-WjAt06HV07ObePHjvObuorFmpRv-qk6LKVudIViKdKrSd4FsrtPDMD2tTrNyK/s1600/IMG_7059.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMVe8-b4Q6-fEJsAqwnKdilQzbWV4hKhW0jLxhappsotYRmPsIZ7WlbGNDocUnNGmVts37t2k4Wp8N5B-WjAt06HV07ObePHjvObuorFmpRv-qk6LKVudIViKdKrSd4FsrtPDMD2tTrNyK/s320/IMG_7059.JPG" width="320" /></a></div>
Senza contare brucianti escoriazioni, contusioni e ferite varie, ce la siamo cavata con una microfrattura composta al capitello radiale sinistro per Fabio e un numero imprecisato (ma maggiore di 8) punti di sutura al braccio sinistro per Elly. Più una storia da raccontare. <br />
È la storia di un viaggio in Vespa iniziato a Roma e finito a 20 chilometri da Brindisi, 20 chilometri dal porto che ci avrebbe imbarcati per Corfù. È anche la storia di tre forature consecutive della gomma posteriore: alla prima foratura, fortuita, è seguita la riparazione dal gommista con cambio camera d'aria. La seconda foratura è avvenuta quello stesso giorno, così siamo tornati dallo stesso gommista segnalandogli che qualcosa non aveva funzionato: nuova sostituzione e controlli (almeno apparentemente) accurati della gomma. Dodici ore e pochi chilometri più tardi, diretti al porto, la terza foratura, o meglio un vero scoppio della camera d'aria, ci ha sorpresi a una velocità di 60/70 km all'ora. A quel punto Fabio ha rallentato il più possibile e si è spostato a destra verso una (miracolosa) area di sosta, ma la Vespa senza ruota sbandava e abbiamo avuto tutto il tempo di capire che stavamo per fare un volo sull'asfalto. <br />
<br />
Nel seguito di questa parte della storia c'è un susseguirsi di ambulanze, attese infinite al pronto soccorso di Brindisi, diagnosi più o meno approssimative, bruciore... e solidarietà spontanea tra degenti.<br />
C'è un insieme di persone al quale va tutta la nostra gratitudine: da Livio che per primo ci ha sosccorsi e supportati anche con la Vespa, agli amici che ci hanno confortato e ospitato in Puglia fino ai genitori di Fabio con i quali, in una coda di viaggio (che è stata pure divertente) siamo tornati a casa.<br />
<br />
Un evento è il risultato di un concatenarsi di altri eventi precedenti. Può essere banale o significativo, ma è tutta questione di atteggiamento. Possiamo non dargli peso, medicarci le ferite e ricominciare come sempre. Oppure cogliere l'occasione per un cambiamento, per vedere la cosa da un punto di vista un po' più universale, insomma. Propendiamo per questa seconda alternativa. <br />
<br />
Ma questa è soltanto la fine di un viaggio...<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiakzYqqJnfYxOMcyS4L4ORt4MQnz7Cg9OpjRLIfFWBlgeT5L9ulB_6Ha1_vC_uM8sZ0sUvbv8WC8z353wDoPDo6lufuEpR5suwHH2j6C9dJlj6JgOUj6LWYzxkEt2rh9k-xrLQqyIjGa4T/s1600/IMG_7054.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiakzYqqJnfYxOMcyS4L4ORt4MQnz7Cg9OpjRLIfFWBlgeT5L9ulB_6Ha1_vC_uM8sZ0sUvbv8WC8z353wDoPDo6lufuEpR5suwHH2j6C9dJlj6JgOUj6LWYzxkEt2rh9k-xrLQqyIjGa4T/s320/IMG_7054.JPG" width="320" /></a></div>
Come promesso non vedevamo l'ora di raccontarvi il viaggio che abbiamo fatto: da Roma al Salento in sella a un PX 125, passando per Abruzzo, Molise e Basilicata in 5 tappe e 800 km circa di strade lente, secondarie, che attraversano paesaggi strepitosi. <br />
<br />
<b>Giorno 1: Roma - Parco Nazionale d'Abruzzo, Opi, AQ</b><br />
Usciti da Roma via Tivoli, l'Abruzzo è vicino! L'Abruzzo è una piacevole scoperta: persone gentilissime, cibo delizioso, tanto verde e tanto spazio. A Pescasseroli seguite la freccia "Yogurteria" e addentratevi nei vicoli del centro storico...lo yogurt di capra da bere al naturale o con miele/marmellata/cereali è da applauso. Ci sono molti campeggi in zona, noi abbiamo scelto il <a href="http://www.lefoci.it/italy/natura.htm">Camping Le Foci </a>a Opi, un bel pratone in pendio ma terrazzato con vista sulla vallata. Se volete vedere gli orsi e una simpatica lontra potete andare a osservare gli ospiti nel centro visita di recupero di Pescasseroli, sede del Parco e di un museo.<br />
<br />
<b>Giorno 2: Parco Nazionale d'Abruzzo, Opi, AQ - Molise, Castropignano, CB</b><br />
Si parte diretti in Molise, e pochi km dopo scatta la sosta on the road per fare il bagno nel lago di Barrea. Anche lì c'è un campeggio che da lontano sembrava rock and roll... Ritemprati dall'acqua fresca proseguiamo verso Campobasso. E' lunga, ci incasiniamo con le uscite della superstrada, alla fine piantiamo la tenda in un'area di sosta normalmente usata per i pic nic...a soli 5 euro. Lì vicino, all'<a href="http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/835">Hotel Roberto</a>, si mangia benissimo e si spende poco! Fossalto è un esempio piacevole della vita che palpita negli infiniti paesini arroccati che ci sono da queste parti: merita una passeggiata tra i vicoli!<br />
<br />
<b>Giorno 3: Molise, </b><b>Castropignano</b><b>, CB - Laghi di Monticchio, Rionero in Vulture, PZ</b><br />
Siamo in pieno weekend di Ferragosto, gruppi e famiglie di minimo venti persone e quattro generazioni si avventano sui tavoli da picnic. Alcuni di loro li hanno prenotati la notte precedente e re della cafonaggine da vacanza hanno tenuto la musica a manetta fino all'alba. Dormiamo a tratti, poi smontiamo e ripartiamo verso un ex luogo di villeggiatura lucano, oggi un po' demodé ma pur sempre buono per fare i picnic di Ferragosto: i laghi di Monticchio! C'è chi li conosce per il bellissimo monastero che si affaccia sull'acqua. Qui niente bagno (è paludoso) ma la tenda si mette al <a href="http://www.campingeuropa.net/">Camping Europa</a>, che poi è uno dei pochi se non l'unico nel raggio di decine di chilometri. <br />
<br />
<br />
<b>Giorno 4: Laghi di Monticchio, Rionero in Vulture, PZ - Matera </b><br />
Ci stiamo avvicinando alla meta, e in linea d'aria non servirebbe passare da Matera per andare in Salento. Ma noi a Matera ci vogliamo passare, e infatti la città dei Sassi merita la deviazione: patrimonio Unesco, molto ben tenuta... e ci sarebbe da scrivere un post a parte solo per lei e non escludiamo di farlo. Qui segnaliamo due buoni indirizzi: il <a href="http://www.santamartabeb.it/">Bed and Breakfast Santa Marta</a>, di Maria e Pasquale Lamacchia (comodissimo per visitare il centro storico, camere con bagno privato e aria condizionata, tutto molto moderno e profumato) e il ristorante <a href="http://www.ristoranteilborghese.com/home.htm">Il Borghese</a>, che aldilà del nome un po' troppo <i>classe sociale </i>propone ottimi piatti e vini (è anche wine bar) a prezzi accettabili per una serata speciale.<br />
<br />
<b>Giorno 5: Matera - Specchiolla di Carovigno, BR </b><br />
Ed eccoci qui, ritemprati da una buona cena e da un letto comodo dopo giorni di randagismo...pronti ad affrontare l'ultima tappa. Alle nostra spalle, fin dai giorni precedenti, avevamo saggiato il vento e la terra bruciata della Puglia. Bruciata perché qui ai campi danno proprio fuoco...qui la Puglia brucia, e sulla strada finiamo pure dentro a una nuvola di cenere nera. Siamo sempre in zona Ferragosto, e quindi il Salento ribolle di persone, tra chi torna a casa per le ferie e chi, sempre per le ferie, la sua casa la lascia e viene a stare qui. Insomma, c'è chiunque. E ci siamo anche noi. Due notti al <a href="http://www.campingpinetamare.com/">Villaggio Camping Pineta al Mare</a> (troppo affollato per i nostri gusti, una tipica meta da villeggiatura stanziale in cui c'è tutto, inclusi ristorante e piscina, e chiaramente la sistemazione costicchia...). Corfù ormai è vicina, tempo un paio di bagni al mare, una mangiata di pesce e i fuochi d'artificio e poi si va in Grecia....<br />
<br />
I programmi possono anche starci, ma a volte la vita regala altre occasioni!<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-25459721448060327622011-08-08T14:06:00.000+02:002011-08-08T14:06:21.451+02:00Nuova veste grafica per il nostro blogIn occasione del picco d'accessi di luglio 2011 abbiamo deciso di dare una rinnovata alla grafica del nostro blog. <br />
Speriamo che vi piaccia... grazie a chi ci segue e a chi condividerà con noi i suoi viaggi.<br />
Elly e FabioElly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-47893484139719105392011-08-07T20:44:00.006+02:002011-08-07T21:45:15.961+02:00Un nuovo viaggio sta per iniziare: seguici su TwitterDove stiamo andando? Cosa abbiamo escogitato questa volta, con la solita manciata scarsa di giorni d'anticipo, per questa pausa d'agosto in chiave alternativa? <br /><br /><span style="font-weight:bold;">Da Roma a Venezia in Vespa</span> con un itinerario inedito che attraversa il Parco Nazionale d'Abruzzo, il Molise, la Basilicata, la Puglia, per arrivare a Brindisi, dove una nave ci porterà nell'isola greca di Corfù. Cinque giorni e un bel po' di bagni in mare più tardi un'altra nave impiegherà 25 ore per portarci da Corfù a Venezia. <br /><br />Ingredienti del viaggio: <br />- come sempre poco bagaglio selezionato, tenda e sacchi a pelo<br />- varietà di paesaggi in modalità "L'Italia che non ti aspetti" <br />- esotismo e vita da spiaggia per ristorarsi dopo i molti km percorsi<br /><br />Ma non è tutto, quest'anno posteremo messaggi via Twitter in tempo reale: seguiteci cliccando il pulsante in alto a destra!<br /><br /><iframe width="425" height="350" frameborder="0" scrolling="no" marginheight="0" marginwidth="0" src="http://maps.google.it/maps?f=d&source=s_d&saddr=Roma&daddr=Pescasseroli+to:Campobasso+to:Lago+piccolo+di+Monticchio,+Potenza+to:Matera+to:San+Vito+dei+Normanni+to:Agios+Georgios,+Corf%C3%B9,+Grecia+to:Venezia+to:Castro,+Bergamo&geocode=FdgyfwIdqaW-AClfFvCor2EvEzHVHDe_UYwMQA%3BFXnxfQIdjGnSACnLgajQww4wEzHg7Dmymk8JBA%3BFRYoegIdX8TfAClPs5z6LAs6EzHG-JHZhuTOEA%3BFfyNcAIdyTbuACFgMXV5pXIKDw%3BFe2NbAIdh2P9ACnPqsusWn5HEzEgGI6ApHIKBA%3BFR9mbAIddDQOASkzt0AaB2dGEzHg_Mv9THVWOg%3BFSQ5XgIdvq0sASkvoFhf21FbEzEglLniLL0ABA%3BFeBFtQIdYEa8ACkfb1JTCq9-RzGwX5EVhwkHBA%3BFYPpugIdoqCZACkN6RhT3tiDRzFQAGcuAngGBA&hl=it&mra=ls&dirflg=h&sll=43.405047,14.80957&sspn=5.378763,14.128418&ie=UTF8&t=h&ll=42.42292,15.215005&spn=6.8134,10.30339&output=embed"></iframe><br /><small><a href="http://maps.google.it/maps?f=d&source=embed&saddr=Roma&daddr=Pescasseroli+to:Campobasso+to:Lago+piccolo+di+Monticchio,+Potenza+to:Matera+to:San+Vito+dei+Normanni+to:Agios+Georgios,+Corf%C3%B9,+Grecia+to:Venezia+to:Castro,+Bergamo&geocode=FdgyfwIdqaW-AClfFvCor2EvEzHVHDe_UYwMQA%3BFXnxfQIdjGnSACnLgajQww4wEzHg7Dmymk8JBA%3BFRYoegIdX8TfAClPs5z6LAs6EzHG-JHZhuTOEA%3BFfyNcAIdyTbuACFgMXV5pXIKDw%3BFe2NbAIdh2P9ACnPqsusWn5HEzEgGI6ApHIKBA%3BFR9mbAIddDQOASkzt0AaB2dGEzHg_Mv9THVWOg%3BFSQ5XgIdvq0sASkvoFhf21FbEzEglLniLL0ABA%3BFeBFtQIdYEa8ACkfb1JTCq9-RzGwX5EVhwkHBA%3BFYPpugIdoqCZACkN6RhT3tiDRzFQAGcuAngGBA&hl=it&mra=ls&dirflg=h&sll=43.405047,14.80957&sspn=5.378763,14.128418&ie=UTF8&t=h&ll=42.42292,15.215005&spn=6.8134,10.30339" style="color:#0000FF;text-align:left">Visualizzazione ingrandita della mappa</a></small>Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-24182282126040484422011-04-06T15:41:00.004+02:002011-05-16T15:12:47.431+02:00Cappadocia lowcost<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvVWq_VFWDe56EiZU_zcYQ7SxJ1WUTsEgREUKmZCMpFIPKkTEF3NzXlMCJb21KEByM0m6PdwTVhdjhWHb7SiyHGTDF_pqhocyPHiB8qbFy7vX5FaH48Uy0DsjYCWkD1Ijn8J-1M7Y5JK6L/s1600/IMG_6620.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvVWq_VFWDe56EiZU_zcYQ7SxJ1WUTsEgREUKmZCMpFIPKkTEF3NzXlMCJb21KEByM0m6PdwTVhdjhWHb7SiyHGTDF_pqhocyPHiB8qbFy7vX5FaH48Uy0DsjYCWkD1Ijn8J-1M7Y5JK6L/s320/IMG_6620.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607301240891505026" /></a><br />Con le sue rocce dalle forme fiabesche e le abitazioni rupestri, la Cappadocia è una delle mete turistiche più note e frequentate della Turchia, anche fuori stagione. <br /><br />Eccovi qualche consiglio lowcost per visitare l'area. Tenete presente che la località più famosa è Göreme, ma ci sono paesini un po' meno turistici dove si trovano diversi alloggi. Avanos, ad esempio, ci è sembrata una tappa simpatica.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Arrivare e muoversi:</span><br />Da Orio al Serio e Fiumicino si può volare per Kayseri con <span style="font-weight:bold;">Pegasus Airlines</span>. La compagnia lowcost turca vola tutti i giorni escluso il mercoledì e fa scalo a Istanbul S. Gokcen (<a href="http://www.flypgs.com/">www.flypgs.com</a>)<br /><br />In alternativa la tratta Istanbul-Cappadocia è ben servita da diverse compagnie di <span style="font-weight:bold;">pullman</span>. Calcolate circa 12 ore di viaggio e 50 TL (meno di 25 euro) a persona; noi abbiamo viaggiato con "Göreme" (vetture moderne, servizio cortese, snack e bevande calde incluse nel prezzo). I pullman si riempiono in fretta anche fuori stagione, perciò prenotate con un po' di anticipo nelle sedi delle agenzie (spsso hanno uno sportello in città e uno alla <span style="font-style:italic;">otogar</span>, la stazione dei pullman).<br />Chiaramente il mezzo proprio permette una visita in libertà... Soluzione diffusa per muoversi agilmente e in autononia fra i paesi è noleggiare uno scooter (prezzo contrattabile e non caro). Per la mountain bike invece ci vuole un po' di allenamento dati i numerosi saliscendi. con budget più alti si possono anche fare gite a cavallo e, ancora più alti, in mongolfiera. Molti sentieri collegano tra loro i paesi e attraversano le zone rurali dove svettano le formazioni rocciose... sono una soluzione meno affollata per vedere le rocce e le abitazioni rupestri. <br /><br /><span style="font-weight:bold;">Mangiare:</span><br />A Göreme, buon rapporto qualità prezzo all'<a href="http://www.orientrestaurant.net/"><span style="font-weight:bold;">Orient Restaurant</span></a>, sulla strada principale non lontano dalla piazza centrale. Menu fisso con tre varianti per ciascuna delle quattro portate: 25TL. Si può anche cenare alla carta.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Dormire:</span><br />Sempre a Göreme, un ufficio informazioni nella piazza principale del paese espone sulle pareti le foto di tutti gli esercizi ricettivi; il personale li contatta per verificare la disponibilità. Il budget si alza per chi vuole dormire in strutture ricavate nelle case trogloditiche ristrutturate.<br />Noi abbiamo dormito all'<span style="font-weight:bold;">Emre Cave Pansyon</span>: di fronte alla piazza principale, prezzo molto onesto e accoglienza simpatica, internet wifi a disposizione. Le camere sono umide e la struttura semplice in muratura, ma la terrazza comune regala una bella vista sulle rocce del paese.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Occhio alle folle... </span><br />Le chiese rupestri del <span style="font-weight:bold;">Göreme Open Air Museum</span> (Unesco) sono senz'altro degne della loro fama, ma il sito è preso d'assalto dai pullman e dai gruppi, cosa che obbliga a una visita faticosa, frettolosa e poco soddisfacente. La guida Routard consiglia di visitarlo la mattina presto, a pranzo o nel tardo pomeriggio, cioè dribblando le gite organizzante.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-76605531110346202312011-04-04T23:45:00.002+02:002011-05-16T15:24:52.464+02:00Verso casa<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawhp4vyaUlh6GzoAFmHJhLOepGHadgWxokR8aUJ25hea8QLL1gZzfM21pGdsiWLEx4yQGt_CUcGjv3MT2gowoEBNn3x_UVtI9hRlySCELErz7lVcFI659W_TI37o2jptemQrIuBlxi1yX/s1600/Sanli+Urfa.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjawhp4vyaUlh6GzoAFmHJhLOepGHadgWxokR8aUJ25hea8QLL1gZzfM21pGdsiWLEx4yQGt_CUcGjv3MT2gowoEBNn3x_UVtI9hRlySCELErz7lVcFI659W_TI37o2jptemQrIuBlxi1yX/s320/Sanli+Urfa.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607304222248148642" /></a><br />A Gaziantep, in un aeroporto deserto preso in prestito come hotel per evitare la sveglia prima dell’alba, ci tocca mettere la parola fine al viaggio. A chi si chiede che fine avevamo fatto in questi giorni raccontiamo le nostre ultime tappe. Poi sarà davvero tempo di bilanci... <br /><br />Tra Mardin e <span style="font-weight:bold;">Şanli Urfa</span> il paesaggio si fa via via più dolce e accogliente. Complice la primavera, i campi verdi e rigogliosi sfilano a destra e a sinistra durante le quasi tre ore di viaggio di pullman. Il primo impatto con Şanli Urfa non è stato dei più semplici. La domenica è giorno di riposo e quindi nel bazar, regno del commercio e cuore pulsante della città, non accade quasi nulla. Ci si è messa anche la pioggia, che finora ci aveva graziati. Avremmo anche preferito che il pullman non ci scaricasse come un pacco a bordo strada di un anonimo incrocio di periferia anziché alla stazione... ma tant’è. Abbiamo scoperto Şanli Urfa soprattutto stamattina, quando una bella giornata di sole illuminava questa che per i musulmani è meta di pellegrinaggio, città sacra perché si narra che qui passò nientemeno che Abramo in persona. Sacra come le carpe fameliche che affollano la grande vasca nel Giardino del Gölbası e che devono essere rigorosamente nutrite con il mangime fornito dai venditori del posto. <br />E a proposito di vendite, il bazar si è rivelato perfetto per i nostri acquisti prepartenza e per un’ultima scorpacciata di immagini emblematiche come i gruppi di vecchi, kefiah in testa e tè alla mano, che giocano a domino e a backgammon. Per calarsi completamente nella parte, niente di meglio che un paio di esperienze <span style="font-style:italic;">alaturka</span> per Fabio: farsi fare la barba da un <span style="font-style:italic;">kuaför</span> locale nel bazar (un capellone come ne abbiamo visti pochi in tutto il Paese) e farsi lucidare le scarpe messe alla prova dalla vita on the road di queste ultime tappe. Il loro aspetto polveroso rendeva bene l’idea dell’intensità di questo viaggio, in cui ogni giorno ci ha lasciato qualcosa di significativo. <br /><br />Oggi, appena scesi dal pullman alla stazione di Gaziantep, un tizio ci è corso incontro al grido di “Halep!? Halep!?”. A sole tre ore da lì ci aspettava Aleppo, ma a malincuore avevamo già deciso giorni fa di rimandare il nostro viaggio in Siria. Gliel’abbiamo spiegato. Le barriere linguistiche finiscono col far trapelare soltanto l’essenziale, che si tratti di un’informazione pratica o di un’emozione. Se ha capito qualcosa, lo ha fatto leggendo nel nostro sorriso che il nostro prossimo viaggio ripartirà da lì.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-10766703323916308542011-04-02T19:31:00.004+02:002011-05-16T15:36:20.864+02:00Kurdistan<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm7aiSyhRssNe9f59tIyNpcZvhay0eH1b4mfPdLOp6A3hVE_W9Uj5cF6IKdA3J8BexeFvSS1csSptg8qa43qt-h4nzpm9Ig-n19kjdWwz1KHU0CFW01lE-CZcs2VenfuieXavIiUE_8WGZ/s1600/IMG_6729.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm7aiSyhRssNe9f59tIyNpcZvhay0eH1b4mfPdLOp6A3hVE_W9Uj5cF6IKdA3J8BexeFvSS1csSptg8qa43qt-h4nzpm9Ig-n19kjdWwz1KHU0CFW01lE-CZcs2VenfuieXavIiUE_8WGZ/s320/IMG_6729.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607304776896788322" /></a><br />Il nostro viaggio si avvicina alla fine ma forse in questi ultimi giorni stiamo concentrando le esperienze di viaggio piu' piene. L'assenza del turismo di massa rende tutto piu' autentico e la gente piu' genuina. Si respira un'atmosfera di grande serenita' e il passare dei mezzi blindati dell'esercito o la frequenza di basi militari sono l'unica testimonianza delle non risolte tensioni politiche tra il governo e i movimenti separatisti curdi. <br /><br />Anche il paesaggio e' cambiato. Siamo sempre intorno ai 1000 metri di quota, ma le temperature si sono alzate e l'afa inizia a farsi sentire in questi primi giorni di primavera (un altro dei vantaggi del viaggio fuori stagione). Colline sassose e aride e di tanto in tanto piane che devono il loro verde al sistema di dighe di iniziativa governativa. Come quella sul fiume Tigri, che entro un paio d'anni e' destinata a far scomparire il villaggio di <span style="font-weight:bold;">Hasankeyf</span>. Per gli abitanti ci saranno nuove case sulla sponda opposta del fiume, ma sotto l'acqua resteranno le testimonianze di millenni di storia. Osman - il ragazzo che ci fa strada tra le moschee in rovina, i resti romani e le abitazioni trogloditiche - ci fa notare che per allora abiteranno sulla montagna che oggi e' il paesaggio fuori dalle loro finestre e da li' non potranno che osservare l'acqua che copre il loro passato.<br /><br />Da un villaggio semisperduto a una citta' di un milione di abitanti: Diyarbakır. Ci siamo stati oggi e abbiamo trascorso qualche ora piacevole paseggiando nel bazar, nei vicoli stracolmi di bambini vocianti e soprattutto tra i monumenti dı basalto nero (purtroppo pero' al momento la Ulu Camii - fiore all'occhiello della citta' - e' chiusa per restauro). <br /><br />In serata siamo rientrati a Mardin, la nostra base per l'esplorazione della regione. Da questo formicaio di case abbarbicate sul costone di una montagna avviene il nostro primo incontro con la Siria. A quella pianura verde, che ammiriamo in lontananza bevendo l'ennesimo te' della giornata dalla terrazza di un bar, non possiamo che promettere che il prima possibile ci riproveremo. <br /><br />Domani sı parte per Şanli Urfa. <br /><br />Hoşçakal!<br /><br />Elly e FabıoElly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-48488623001511168652011-03-31T19:56:00.001+02:002011-05-16T15:30:27.019+02:00Eski Malatya, la provincia che ti accoglie<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSj6QAekhv-a5QudmsNAP-AiqVa5yLphnAZH0rbOLIvcr-Ic3Y3RzhCGz7wquyIqz_hAXC8uxFX6SOLekPBSock7AIKIVN8KAcONu6HjQ7jNaOj6RPvI_BH1qxyU5iFpt2TNEFiFJ_lt-g/s1600/IMG_6696.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSj6QAekhv-a5QudmsNAP-AiqVa5yLphnAZH0rbOLIvcr-Ic3Y3RzhCGz7wquyIqz_hAXC8uxFX6SOLekPBSock7AIKIVN8KAcONu6HjQ7jNaOj6RPvI_BH1qxyU5iFpt2TNEFiFJ_lt-g/s320/IMG_6696.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607305704314873122" /></a><br />Giornata tranquilla, ma non meno ricca di occasioni per stare in mezzo alla gente e scambiarsi grandi sorrisi. Malatya e' una cıtta' d'aspetto moderno, relativamente recente, mentre la sua storia rimane nella parte vecchia, a una decina di chilometri dal centro: Eski Malatya. Ci si arriva con l'autobus che va anche alla sede dell'universita' che, a giudıcare dalla compsizione del bus, sembra frequentata soprattutto da studentesse con e senza velo. Una volta arrivati non c'e' che da godere della tranquillita' (si potrebbe dire 'provınciale') del paese che attorno alla piazza principale fa ruotare bambini che gıocano ın strada, ragazzi in dıvısa che tornano da scuola, vecchi su sgabellı mınuscoli davanti ai caffe'...ınsomma, una gıornata come tante per la gente di qui, resa magari piu interessante per loro prprio dalla nostra ('esotıca'?) presenza. Seguiamo il consiglıo dello zelante addetto al turismo di Malatya ed entriamo in due luoghi pieni di storia: tanto e' speciale la moschea selgiuchide (un'oasi di pace e spiritualita', architettonicamente paragonabile alle chiese romaniche con nessun 'fronzolo' e tanta pıetra) quanto emblematico il <span style="font-weight:bold;">caravanserraglio </span>per la massiccia dose di restauro che ha trasformato la fortezza antica in una specie di centro congressi comunale (ingresso con accompagnamento del vigile che per l'occasıone sfoggia una chiave lunga 30 centimetri).<br /><br />Mentre io tengo traccia del passato appena trascorso, Fabıo fa ricerca sulle nostre prossıme tappe. Tra poche ore ci aspetta un bus notturno per Mardin...ma sulla strada c'e' un'altra cıtta' che ci dıspiacerebbe perdere: Dyarbakir, capitale 'ufficiosa' del Kurdistan, crescıuta su (e fatta di) basalto nero.<br /><br />Per non parlare dı Hasankeyf, un villaggio destinato a scomparire se (o quando) la diga in costruzione in progetto da sessant'anni sara' inaugurata sul fiume Tigri. Pare che manchi poco. Per saperne di pıu':<br /><br />2011<br />http://ilfattostorico.com/2011/01/23/un-piano-per-riaprire-hasankeyf/<br /><br />2011<br />http://www.balcanicaucaso.org/Appuntamenti/Viaggi-e-campi-di-lavoro/Nel-Kurdistan-Turco-seguendo-i-Newroz<br /><br />2006<br />http://www.balcanicaucaso.org/aree/Turchia/Hasankeyf-e-la-diga-sul-Tigri<br /><br />2009<br />http://www.ilreporter.com/reportage/turchia-in-riva-al-fiume-tigriElly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-35149067175955915332011-03-30T19:28:00.004+02:002011-03-30T20:13:15.607+02:00MalatyaAppena arrivati a Malatya, in vıaggıo verso est...in cerca di un'autenticita che si fa trovare fin da subito. Qui dove i turisti sono pochi e quelli europei ancora meno, dove quasi nessuno parla ınglese o francese, niente che non sıa il turco, stiamo usando gesti, sorrisi, note scritte con gli orari dei bus e tanta pazienza... Per certe cose pero' le parole non servono e l'accoglıenza sı traduce nel bıcchıere dı te che un tizio ci ha offerto quasi per caso senza pretendere nulla in cambıo o nell'impegno con cui ci hanno trovato la compagnia di pullman per domani. <br /><br />Il tutto e' accaduto ın poco tempo, ma la maggıor parte della gıornata se ne e' andata ın pullman: da Goreme con sosta a Kayseri, dalle 9:15 alle 18:30, attraversando un paesaggıo perlopıu' deserto circondati dalle onde dell'altopiano, sassoso o appena adatto a far pascolare greggi spartani. <br /><br />Domani saremo qui a Malatya e neı dintorni, poı con un bus notturno cı sposteremo ancora a sud-est.... (ci avvıcıneremo alla Siria ma senza entrarci; ne respireremo l'aria, o forse la sabbia). Andremo nientemeno che in Mesopotamia, alle sorgentı del Tigri e dell'Eufrate. Tanto per toccare con mano la storıa aglı albori delle civilta'...<br /><br />ps. Come avrete notato, per ragioni di interculturalita' e soprattutto di tecnica (internet poınt con tastiera turca)...questo post e' partıcolarmente sgrammaticato!Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-79929475215175572472011-03-29T23:15:00.006+02:002012-09-09T16:57:29.063+02:00Cappadocia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNiJy1WTydSV56TzxsD7kr7Dddwe8ZSH_RH2um0YjlFc3Brso8r_a_rppnTVkFOSDKzZ0AoACKYwKSjtclPr55FCh0sEVXiqGL781BMQ9L7s8TP1NnvG6Ao_VMQG6Qv1S1guCvFqLXRAly/s1600/IMG_6643.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNiJy1WTydSV56TzxsD7kr7Dddwe8ZSH_RH2um0YjlFc3Brso8r_a_rppnTVkFOSDKzZ0AoACKYwKSjtclPr55FCh0sEVXiqGL781BMQ9L7s8TP1NnvG6Ao_VMQG6Qv1S1guCvFqLXRAly/s320/IMG_6643.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607306232064691714" /></a><br />
O meglio, come dicono qui... Kapadokya! <br />
<br />
Le orde di pullman riversanti tonnellate di francesi, inglesi e (ebbene sì) giapponesi rendono l'idea del fascino di questa regione ma sono anche un buon motivo per evitarla. In bassa stagione le cose vanno un po' meglio, ma oggi abbiamo dovuto comunque sgomitare per addentrarci nelle splendide chiese rupestri affrescate del museo all'aperto di Goreme. La tentazione di scappare in fretta da una meta resa così commerciale dal suo stesso successo è forte. Ma per fortuna c'è un rimedio! Seguire il primo sentiero che ti capita a tiro, e proprio lì dove i pullman non possono arrivare né le bancarelle avrebbero abbastanza clienti... ecco tutta la magia della Cappadocia che si rivela con il suo ardito spettacolo di pietra, un tufo bianco e friabile le cui forme sembrano uscite da un libro di fiabe. Già mille anni fa qui si iniziò a vivere e pregare in ambienti scavati nella roccia, una civiltà rupestre durata fino a pochi decenni fa. Sensazionale. I "camini delle fate" - colonne appuntite e altissime - potrebbero essere scambiati per il parco giochi di Jung e Freud, con il loro netto simbolismo, ma l'ironia è poca cosa di fronte a un dubbio: è impossibile immaginare questo spettacolo senza averlo già visto, ma quando il paesaggio si dispiega davanti agli occhi è così irreale da sembrare il frutto dell'immaginazione. E' così che, in bilico tra realtà e fantasia, ci lasciamo alle spalle la Cappadocia diretti a est, verso nuove mete, questa volta sì, fuori dalle piste battute... dai pullman!Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com150240 Göreme/Provincia di Nevşehir, Turchia38.6436868 34.830680938.6374858 34.8208104 38.649887799999995 34.840551399999995tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-28513497400841539172011-03-27T10:17:00.006+02:002011-05-16T15:34:27.891+02:00Istanbul<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijZGSxNqcrUch8ooo1CqzMVZVi3_KHVb8fNmfzClXqFOGkBwui9bvaIdWW1O2YL5aHjEza0yNvMAsn3PXYe04Y9fxoWAWkwinVhZ1jEDYcv4Wu70q8qNR5lNGAC1Fdeanc3rdrMYXAhwyj/s1600/IMG_6594.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijZGSxNqcrUch8ooo1CqzMVZVi3_KHVb8fNmfzClXqFOGkBwui9bvaIdWW1O2YL5aHjEza0yNvMAsn3PXYe04Y9fxoWAWkwinVhZ1jEDYcv4Wu70q8qNR5lNGAC1Fdeanc3rdrMYXAhwyj/s320/IMG_6594.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5607306842803473122" /></a><br />Difficile dire di Istanbul cose che non sono già state dette, la sua grandezza, il suo essere a cavallo tra Occidennte e Oriente non solo nella geografia ma anche nel miscuglio di atmosfere, nell'energia che emana...in questo momento sembra tutto scontato, ovvio, per quella che è stata una delle città più importanti del mondo. Fabio è qui per la terza volta, io sono una principiante. Abbiamo mediato tra ciò che non potevo perdermi io e ciò che si era perso lui le volte precedenti. Abbiamo camminato tanto, su e giù, raggiunto i mercati e le moschee di Sultanhamet (le basi) e la periferia ovest lungo le mura di Fatih (la chicca di autenticità). Il nostro ostello è a Galata, in un vicolo non lontano dalla torre genovese. Sopra di noi la movida di Iskital e Taksim...ma le abbiamo appena sfiorate venerdì sera all'arrivo dall'aeroporto mentre ieri l'abbiamo lasciata alle spalle.<br /><br />Oggi visiteremo Uskudar, la zona di Istanbul al di là del Bosforo, quella più propriamente asiatica. Sarà una visita speciale perché lì vive un cugino di mio padre della cui esistenza recproca abbiamo appena saputo. Ci incontreremo e conosceremo questo pezzetto inatteso di famiglia. <br /><br />Purtroppo dalla Siria le notizie non sono incoraggianti: chi si sta ribellando non accenna a smettere di farsi sentire, le reazioni sono violente in diverse città ormai e la notizia dalle 4 righe di agenzia ha raggiunto anche i media europei (il tempo di trovare un inviato...). Quindi stiamo elaborando un piano B per restare in Turchia. La delusione si sente. <br /><br />Comunque stasera lasceremo Istanbul. Le suggestioni di questa città incredibile le portiamo con noi, mentre andiamo alla scoperta della Turchia. E' un Paese enorme, e dovremo fare un bel po' di scelte. Nei prossimi giorni vi diremo com'è andata...Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-90537836185566141742011-03-23T09:31:00.005+01:002011-03-23T10:01:33.652+01:00A 2 giorni dall'inizio della nostra Asia... venerdì a IstanbulCi vuole coraggio nella vita e un senso di sè che non sia quello della carriera e dei soldi. Ma che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è tutto intorno a noi. E' fattibile, per tutti. Fare una vita. Una vera vita in cui ci sei tu. Una vita in cui ti riconosci.<br />Tiziano Terzani<br /><br />Tiziano Terzani - Clic! 30 anni d’Asia <br />Palazzo Incontro <br />Via dei Prefetti, 22 - Roma <br />dal 23 marzo al 29 maggio 2011<br /><br />[Fonte: Corriere.it]Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-11149861772068056302010-12-29T15:41:00.004+01:002010-12-29T15:52:58.982+01:00Capodanno in SloveniaBuon 2011 a tutti! <br /><br />Noi lo iniziamo qui:<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAJXKjUlsivcRg-8BXCP1-NOlLmFXsFmyMcsVK6kyx7NMnWD5MR1k7ndDHDAzmQArDNwRFpjF9IczUPJoD1d9ryxElfO7u_k0a4NOIeGsayqFzvXB6kbwwur_wfyLn1Od8PCdRDucCJ50I/s1600/casetta.png"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 241px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAJXKjUlsivcRg-8BXCP1-NOlLmFXsFmyMcsVK6kyx7NMnWD5MR1k7ndDHDAzmQArDNwRFpjF9IczUPJoD1d9ryxElfO7u_k0a4NOIeGsayqFzvXB6kbwwur_wfyLn1Od8PCdRDucCJ50I/s320/casetta.png" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5556116239698107058" /></a><br /><br /><br />In un paesino sulle Alpi Giulie che si prospetta abbastanza appartato e tranquillo. Qualche giorno di fuga dove prevedere qualche sciata, un po' di sano ozio, scrittura, libri, musica e dolcezza. <br /><br />A presto, <br />Elly e FabioElly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-79674067185339671202010-11-26T20:17:00.029+01:002017-12-11T11:11:54.043+01:00Tangeri. La città bianca che non delude<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEZvBD8_dVHb4qnl3L_aNZsYpC6NGyj8xAXXuI_cvEpq2e73W2g5Bl2VToY16p-4Je7PQAYgxz_9uNSV6JJWrxFQbJzcokrNjc40zkonb7P9SouP09Ik47zWEhk0VvwOGnWo8nFNb7mNiD/s1600/Tangeri_blog.JPG" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5544142778937197714" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEZvBD8_dVHb4qnl3L_aNZsYpC6NGyj8xAXXuI_cvEpq2e73W2g5Bl2VToY16p-4Je7PQAYgxz_9uNSV6JJWrxFQbJzcokrNjc40zkonb7P9SouP09Ik47zWEhk0VvwOGnWo8nFNb7mNiD/s400/Tangeri_blog.JPG" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 302px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><br />
<span style="font-style: italic;">Una cosa è non viaggiare e un'altra è rimandare il momento in cui mettere a posto cose, foto e ricordi...e postare sul blog i viaggi fatti. Per Tangeri è andata così: un weekend infilato a forza tentando di prolungare l'estate, dopo che tutta la stagione se ne era andata con un nulla di fatto o quasi quanto a spostamenti, a parte "i soliti". Al ritorno, a settembre ormai inoltrato, potevamo soltanto ributtarci a capofitto in tutto ciò che avevamo messo in attesa e che non poteva più attendere. </span><br />
<br />
Tornare in Marocco è stato come rivivere il viaggio del 2007, su e giù per il Paese con ogni mezzo possibile. Le stesse insegne sopra i negozi, gli sguardi profondi delle persone contornati dal nero del <span style="font-style: italic;">kajal</span>, lo stesso odore speziato per le strade e stantio nella stanza della pensione che non vedeva idraulici e imbianchini almeno dai tempi in cui lì stavano William S. Burroughs e i colleghi della Beat Generation. <span style="font-weight: bold;">C'era insomma un già vissuto che potevamo far riaffiorare dai ricordi. Ma c'era anche il nuovo da scoprire.</span> A quell'epoca avevamo tralasciato Tangeri per assecondare l'idea di una rotta alternativa, via nave dalla Spagna in una città vicina all'Algeria e ben poco avvezza al turismo. Non che Tangeri sia piena di turisti, anzi...<br />
<span style="font-weight: bold;">Quando si cercano informazioni su Tangeri prima di partire si trovano pessime recensioni: </span>si fa presto a bollarla come una metropoli malfamata, sporca e pericolosa. Per molti che arrivano via mare dalla Spagna il primo impatto non è dei migliori, ma d'altronde i grandi porti di mare hanno spesso un aspetto tra il sordido e il dimesso. Da lì, massimo il giorno dopo, la maggior parte della gente scappa verso altre mete senza darsi il tempo di conoscere questa bianca regina a cavallo tra Mediterraneo e Oceano, tra Europa e Africa, che <span style="font-weight: bold;">avrebbe molto da offrire se solo le si desse l'occasione di esprimersi.</span> Ecco, noi questa occasione abbiamo voluto dargliela. E non ci ha delusi.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">E poi i tempi cambiano in fretta. </span>Lo sviluppo del turismo sta modificando tutto il Marocco, Tangeri inclusa. Non vi fidate di noi? Credete allora alla <a href="http://www.lonelyplanet.com/usa/new-york-city/travel-tips-and-articles/76165">Classifica Lonely Planet 2011</a> delle 10 città da visitare: Tangeri è addirittura seconda, dopo nientemeno che New York. <span style="font-weight: bold;">Andarci oltretutto è molto facile: bastano il passaporto e un volo low cost.</span><br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Rispetto a Milano, Tangeri è una decina di chilometri più estesa ed è popolata da circa la metà degli abitanti.</span> Ma l'ultimo censimento risale al 2004 e il numero di Tangerini, già quasi triplicato nel ventennio precedente, continua a crescere. Te ne accorgi subito dall'aereoporto al centro: si perde il conto dei cantieri aperti fra palazzi squadrati che sembrano messi lì a smascherare le false promesse dei cartelli pubblicitari attaccati alle gru. Sono per chi ha abbandonato le campagne e cerca di emergere in una città emergente (che pure vanta una lunga storia). Ma qui, a farsi largo verso il cielo, ci sono soltanto antenne disordinate su tetti ai cui piedi le vie d'accesso sono rimaste quelle di prima: non le strade asfaltate dei disegni in 3D, ma sentieri polverosi buoni per schivare con noncuranza l'immondizia abbandonata.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Poi arrivi in città,</span> e tutto sembra accadere in pochi isolati, con un movimento incessante di fatti e persone che orbitano attorno alla <span style="font-weight: bold;">medina</span>. La città vecchia entro le mura antiche si inerpica fino alla casbah promettendo la vista sull'Europa al di là dello stretto, foschia permettendo. Da qualunque parte si arrivi, alla fine si sbuca nel <span style="font-weight: bold;">Grand Socco</span>, la piazza di accesso principale alla medina. Qui il tempo scorre veloce stando semplicemente seduti su una delle tante panchine a guardar scorrere l'umanità: motorini dall'aria preistorica sfrecciano scoppiettanti e nella scia d'aria inquinata si infilano i piccoli taxi azzurri o quelli collettivi color crema (le classiche vecchie Mercedes dove i passeggeri si aggregano dividendosi la spesa, 2 sul sedile davanti e 4 dietro). C'è chi resta a guardare la strada, in fila ai tavolini dei caffè all'aperto sorseggiando the verde alla menta, e chi passa svelto una due tre volte, con chissà quali commissioni da sbrigare. Qualunque cosa stiano facendo, sembrano tutti molto indaffarrati. Passano cappelli di paglia tradizionali decorati da pompon di lana varipinta per identificare al colpo d'occhio le contadine che ci camminano sotto e che due volte a settimana (il giovedì e la domenica) espongono ortaggi e uova. Gli altri mercati invece non conoscono sosta: nel suk dentro la medina non si può fare altro che seguire le vie principali e da lì infilarsi nei vicoli. Se ti fermi a osservare la merce probabilmente finirai per contrattare un prezzo che a te sembra basso. Se invece tiri dritto difficilmente verrai fermato: mostrati sicuro e riempiti gli occhi e il naso con quell'inebriante concentrato di <span style="font-style: italic;">sud</span>. E alla fine ti ritroverai al punto di partenza.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Alla fine sarà ora di partire. Ma prima, vogliamo darvi un suggerimento:</span> assicuratevi di aver dato alla città il tempo di raccontare se stessa. In che modo?<br />
<br />
Seguendo la nostra lista delle 7 cose da fare a Tangeri!<br />
<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">* * * * </span><br />
<span style="font-weight: bold;">Voli low cost</span>, aggiornamento al 26 novembre 2010: <span style="font-style: italic;">Ryan Air</span> da Orio al Serio, <span style="font-style: italic;">Air Berlin</span> da Olbia e Palermo.<br />
<br />
<span style="font-weight: bold;">Dove abbiamo dormito:</span> Hotel El Muniria, Rue de Magellan, non lontano dalla Medina. Una pensione dal prezzo medio, camere con bagno privato ma non più di tanto curate né pulite. Pare sia comunque meglio di molti altri.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0Tangeri, Marocco35.7594651 -5.833954299999959435.5533121 -6.15667779999996 35.9656181 -5.511230799999959tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-81108184346140018802010-03-11T14:21:00.013+01:002010-03-11T14:46:16.790+01:00Cereali con verdure<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfL5UeikOw7q9OerFXPbVevHcuD_N189nBfe-IthLil4O-SmzBZWT138R4NB80NbQMRih58gyBhiwJvaYGGWGov4StB1cNLRtGv5pSfUYXVakiBWi_NhhGw5qGBO7TGT9iBE7H0yMTXgr/s1600-h/cerealiconverdure.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfL5UeikOw7q9OerFXPbVevHcuD_N189nBfe-IthLil4O-SmzBZWT138R4NB80NbQMRih58gyBhiwJvaYGGWGov4StB1cNLRtGv5pSfUYXVakiBWi_NhhGw5qGBO7TGT9iBE7H0yMTXgr/s200/cerealiconverdure.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447369474225488594" /></a><br />Sono così felice del pranzo appena consumato che condivido subito questa ricetta vegana appena sperimentata <span style="font-weight:bold;">tanto semplice quanto sana e gustosa</span>. Ciascuno di voi potrà scegliere qualche variante in base al suo gusto e alle verdure di stagione (o presenti nel frigorifero...). <br /><br /><span style="font-weight:bold;">Ingredienti </span>(per 2 persone):<br />125 g. cereali misti <br />1/4 cavolfiore <br />1/4 peperone <br />1 carota <br />1/2 porro<br />olio d'oliva<br />sale e pepe<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Preparazione</span><br />Fate cuocere i cereali in acqua bollente poco salata. Esistono in commercio mix di cereali, alcuni pronti in 10 minuti (io usato quello con grano duro, farro perlato, riso Thai rosso integrale e lenticchie rosse decorticate). Se scegliete di mescolare da soli cereali diversi verificate il tempo di cottura di ciacuno e aggiungeteli in acqua bollente gradualmente, partendo ovviamente da quello che impega più tempo. <br />A termine cottura scolate e lasciate da parte. <br /><br />Nel frattempo affettate le verdure. Spazio alla fantasia sulle forme, purché di dimensioni relativamente piccole per tempi di cottura uniformi. Io ho messo il porro a dischetti sottili, il peperone a striscie sottili, la carota sbucciata affettata con il pelapatate, il cavolo a pezzi molto piccoli. <br /><br />Fate scaldare apena un po' d'olio d'oliva in padella antiaderente (abbastanza capiente da poter contenere poi anche i cereali) e aggiungete le verdure. Mettete un po' di sale o insaporitore vegetale. Durante la cottura girate di tanto in tanto e aggiungete poca acqua gradualmente se vedete che le verdure tendono ad attaccarsi al fondo. <br /><br />A cottura ultimata (circa 10/15 minuti) aggiungete in padella i cereali e fateli saltare insieme un paio di minuti mescolando. <br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV5ce81bhkDzMP2BYEs-ckd07EB-oi7QjouhhE31H8oH1GgDEd4LMXczqdPPUG4t8PyTmhk1EgdLfFCp2NUlL59GuUyPiQz5MiVpw7sr_PRrMsWdQwPM3RgPkJs5fAROwwk83dcRgkyPgD/s1600-h/cerealiconverdure_b.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV5ce81bhkDzMP2BYEs-ckd07EB-oi7QjouhhE31H8oH1GgDEd4LMXczqdPPUG4t8PyTmhk1EgdLfFCp2NUlL59GuUyPiQz5MiVpw7sr_PRrMsWdQwPM3RgPkJs5fAROwwk83dcRgkyPgD/s200/cerealiconverdure_b.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447370435890893858" /></a> Una volta nel piatto cospargete di prezzemolo fresco tritato, un po' di pepe e un filo d'olio crudo, ispirandovi all'idea che in cucina l'occhio vuole sempre la sua parte! <br /><br />Buon appetito ;-)<br /><br />Elly<br /><br />ps: questo piatto può essere consumato anche freddo, soprattutto d'estate!Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-20378298641134631502010-03-02T21:22:00.015+01:002010-03-02T22:06:29.959+01:00Casa<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCp1HeCBaC8G2nO-OLUkcH7b4hBS1zjbOj5ynEwa0E4AfNwYZEvkkJX0wo7-Gf94DQBwUFWMCvpxWke49IL7_ZOrv2Qfid3jy5MR2zLxAW8Chz26Oy3_znpFUeZzbOxQlHx4ajNq_5SWnA/s1600-h/IMG_3745.JPG"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCp1HeCBaC8G2nO-OLUkcH7b4hBS1zjbOj5ynEwa0E4AfNwYZEvkkJX0wo7-Gf94DQBwUFWMCvpxWke49IL7_ZOrv2Qfid3jy5MR2zLxAW8Chz26Oy3_znpFUeZzbOxQlHx4ajNq_5SWnA/s200/IMG_3745.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444144472940174690" /></a><br />Nel continuare a immaginare la meta del prossimo viaggio, non posso fare a meno di chiedermi cosa significhi <span style="font-style:italic;">tornare a casa</span>. Che cos'è la <span style="font-style:italic;">casa</span>? Ha a che fare con la geografia? Con lo spazio o con il tempo? Con l'arredamento? <br /><br />Mi guardo attorno e vedo libri, mobili, tecnologie, stoviglie...sento un odore familiare e i rumori ovattati che si insinuano dalla finestra aperta in un giorno che annuncia da lontano la primavera. Vedo me stessa, davanti al pc che, portatile, sembra dirmi: ovunque tu vada verrò con te. <br /><br />In un monolocale non puoi dare troppo spazio al superfluo, e così ognuno di questi oggetti è impregnato di storia, di eventi, persone e ricordi. Potrei mai separarmi da tutto questo? E se sì, quanto a lungo?<br /><br />Oggi la mia casa è questa, sono queste quattro mura impregnate di me. <br /><br />Eppure questa consapevolezza non basta a chiarirmi le idee su quale sia la mia casa, il mio posto. Forse perché non è possibile essere "monogami" quando si tratta di casa. Forse perché la stabilità è un limite, un confine, che a volte bisogna avere il coraggio di oltrepassare per affacciarsi al nuovo, a costo di abbandonare quegli odori e rumori così rassicuranti per trovarne altri che in un momento speciale potrebbero provocare la stessa sensazione di intimità. <br /><br />Ci sono cose che vengono sempre con me, e non soltanto perché sono oggetti utili, ma più spesso perché hanno valore al di là di ogni confine geografico. Le altre possono sempre restare da qualche parte, nel posto che assegno loro, dove aspetteranno il mio ritorno. <br /><br />Le cose sono cose, le persone no. Le persone possono attendere un ritorno, possono sperare e pregare che la distanza si assottigli fino a scomparire, fino a diventare da due a una cosa sola. Ma aspettare non basta. Bisogna agire. Bisogna lasciare il proprio posto e andare verso uno nuovo, annullare le distanze, che sia per poche ore, giorni o settimane. Perché quel tempo trascorso in movimento è l'unico antidoto al veleno che l'attesa è capace di iniettarti nel sangue. Devi muoverti, e andare incontro a ciò di cui non puoi fare a meno. <br /><br />E allora, di nuovo, la vera domanda è <span style="font-style:italic;">di cosa non posso, non voglio fare a meno?</span> Non è passato molto tempo da quando ho iniziato a chiedermelo, e ad ascoltarmi, ma alcune risposte sono già arrivate. Sono frammenti, verità parziali che quasi si contraddicono, ma tutte estremamente significative. Stanno arrivando, rapide, a comporre il puzzle. <br /><br />Sospetto che quando l'avrò completato, la parola <span style="font-style:italic;">casa </span>avrà assunto un significato nuovo. Sospetto, e dentro di me spero, che casa mia sarà ogni luogo dove sarò riuscita ad annullare le distanze da ciò di cui non intendo più fare a meno.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-919527799600762009.post-77222862517793168162010-02-22T10:32:00.016+01:002010-03-11T15:26:26.034+01:00Ciao Sergio,se contassi tutti i minuti in cui abbiamo parlato da quando ti ho incontrato forse non verrebbe fuori neppure un'ora di tempo. Neppure abbastanza tempo per dirti il mio nome. Ma questi pochi istanti nello spazio di un weekend sono bastati a lasciare un segno.<br /><br />Ci siamo salutati una domenica pomeriggio di inizio febbraio, dando per scontato che sarei tornata all'Albani, prima o poi, e che ti avrei trovato lì. Ti guardavo mentre tornavi indietro in motoslitta dopo avermi dato un passaggio sulle piste... lo sai che, anche se non l'hai ammesso, penso ancora che tu l'abbia fatto apposta a prendere quel saltino sulla neve? Solo perché sapevi che era divertente... e sì che di risate se n'erano già fatte un bel po' fin dalla sera prima, con tutta quella gente stipata a cena nel rifugio, a mangiare e bere... Mi sto sforzando di ricordare il più possibile di quei minuti sparsi, anche i ricordi apparentemente più insignificanti che ho di te non li voglio perdere perché sono gli unici che ci sono stati concessi.<br /><br />Mi hai detto che sì, era tutto bello e amavi lavorare lì, ma il meglio era la domenica sera, quando ormai erano andati via tutti o quasi e potevi rilassarti e goderti il silenzio della montagna. Se solo ci fosse stato il tempo... ti avrei chiesto cosa facevi in quelle sere libere, leggevi un libro? A cosa pensavi?<br /><br />E poi che ridere... la storia che se mangiavo la torta diventavo alta...Fabio ti reggeva il gioco e voi due lì a dirmi che un giorno, di punto in bianco, sarebbe successo anche a me di svegliarmi una mattina e ritrovarmi una stangona com'era successo a voi. In tutto quel casino sei riuscito anche a trovare il modo per chiedermi perché non mangiavo carne. Lo sai che ti ho veramente apprezzato perché eri sinceramente interessato a capire, non volevi giudicarmi per questa scelta. <br /><br />E poi il giorno dopo abbiamo parlato anche del futuro: volevi diventare istruttore di alpinismo, e parlavamo delle falesie che saremmo andati a fare insieme. Si è parlato pure di girare un documentario sulla Presolana. Senti, magari non se ne sarebbe fatto nulla, però era bello credere che l'avremmo fatto. Era bello pensare a quando ci saremmo rivisti, per condividere qualche altro momento insieme. MI e CI sei rimasto dentro. Ci siamo affezionati a te in un modo diverso, non comune rispetto alla quantità di persone che si incontrano nella vita che così come arrivano se ne vanno senza lasciare un segno. Credo che il motivo sia uno solo: sei una persona speciale. Che rabbia, con tutte le persone poco speciali che ci sono in giro, doveva toccare proprio a te, a 24 anni?<br /><br />Sergio, hai avuto paura? Ci pensavi che lì, sulla neve e sulle montagne che ti rendevano così entusiasta, saresti potuto morire? <br /><br />Sergio, non è che io possa fare tanto a questo punto. Però vorrei fare qualcosa lo stesso, perché questa tristezza mista a rabbia mi mette addosso un'energia strana. Di preciso ancora non lo so, però te lo prometto: non appena riesco a creare qualcosa di buono, se riesco a fare qualcosa che ti rispecchi anche solo un minimo, te la dedico. Ok? <br /><br />Con Fabio parliamo spesso di andare in cima alla Presolana (dalla via normale...almeno per la prima volta)... quel giorno, in cui saremo un po' più in alto del solito, ti renderemo partecipe di quell'emozione. <br /><br />In cima alla montagna che ti ha visto andare via, ti prometto di pensare a te. Però, nel caso in cui ti fosse possibile... pensami anche tu. <br /><br />Elly<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Martedì 23 febbraio. </span><br />Non te la prendi, vero, se anziché chiamarlo "funerale" quella di ieri la chiamo "la tua festa"? Perché ok che eravamo tutti tristissimi (quanta gente che c'era per te, sono felice che siamo così in tanti a pensarti) ma scommetto che non c'era nessuno che in mente non avesse un momento con te in cui si erano fatte delle gran risate. E così a me piace pensare che è stato il tuo party d'addio, per salutarti ancora una volta e dirti GRAZIE. Sei grande... lo dicono tutti! Ho la tua foto, ti guardo quando la nostalgia prende il sopravvento, ma tu sei lì che sorridi e mi passa. Tra l'altro...Fabio è d'accordo: la prossima volta che andiamo ad arrampicare la foto la portiamo con noi. Ma non è che ti va di essere il nostro "spirito guida"? Magari un consiglio di tanto in tanto, un incitamento...ché di esperienza ne dobbiamo ancora fare e ci serve il tuo aiuto. <br />Lo prendo per un sì.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Mercoledì 11 marzo. </span><br />Lo scorso week end siamo tornati a sciare a Colere. Era la prima volta che ci tornavo da quando ci eravamo incontrati. Siamo rimasti sulle piste, e da lì ho visto i fiori che qualcuno ha lasciato per te all'inizio della stradina per l'Albani. Ci sono passata vicino, mi sono fermata e ho pensato che è proprio lì che ci siamo salutati l'ultima volta.<br />C'era il sole. Il vento forte faceva sembrare gelidi i suoi raggi di luce. Ho pensato che potevo permettermi di essere abbastanza ingenua dal credere che mi stavi guardando. Dall'alto. La sera a cena abbiamo parlato di te, di ciò che ciascuno di noi ricordava di quel weekend. C'eri tu, c'eravamo noi, c'era il sole anche quel giorno. Mentre ero a Colere ti ho sentito contemporaneamente più vicino, ma anche più lontano. E' stato come salutarti di nuovo ancora una volta, e sapere che tornata a casa tu saresti rimasto comunque a quella stessa distanza che non riesco a immaginare nè a definire. Costantemente lontano e vicino allo stesso tempo.Elly e Fabiohttp://www.blogger.com/profile/12130795393460406793noreply@blogger.com0